“Di fronte al tema del debito, non solo in senso economico ma anche culturale, morale e spirituale, il Messaggio fa notare che esso è una dimensione davvero importante della vita di tutti”. Lo ha detto il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, mons. Mariano Crociata, nella messa di Capodanno, presentando alle autorità politiche e istituzionali pontine il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace. Infatti, ha sottolineato il precisato il presule, “il primo debito che tutti abbiamo è quello della vita, che non ci siamo dati da noi stessi, ma che abbiamo ricevuto in dono. Dunque sentirsi debitori della vita e ringraziare per il suo dono è il primo atteggiamento che l’Anno giubilare dovrebbe farci riguadagnare. Tutto cambia se ci muoviamo da questo punto di partenza. E, accanto al senso del dono, recuperare anche il bisogno e l’esperienza del perdono, cioè della misericordia di Dio che ci perdona e quindi della nostra misericordia verso quanti ci hanno offeso, come insegna la preghiera del Padre nostro”.
Qui “tocchiamo il punto nevralgico del Messaggio e del senso dell’anno giubilare. Infatti ciò che esso fondamentalmente ci chiede è di passare da un essere centrati su noi stessi ad un aprirci agli altri, a chi ha più bisogno, non solo di un pezzo di pane, ma soprattutto di rispetto, accoglienza, comprensione, e ancora giustizia e dignità, lavoro, integrazione sociale. Rimettere i debiti per costruire pace passa attraverso la capacità di ciascuno di non pensare più solo a se stesso ma, come dice san Paolo, anche all’interesse degli altri, soprattutto quando stanno molto male (Fil 3,4)”. Mons. Crociata ha osservato: “Dobbiamo notare come negli auguri per il nuovo anno siamo portati a desiderare solo per noi stesso – certo compresi i nostri cari – salute, serenità e benessere. Nemmeno tanto la grazia. Nessuno fa gli auguri per gli innumerevoli disgraziati che hanno passato questo Natale sotto le bombe o facendo la fame. Così non va, perché con questo atteggiamento noi alimentiamo in qualche modo la guerra e la fame nel mondo. Dobbiamo cominciare a fare qualcosa perché davvero questa ingiustizia finisca”.
E per questo “lo chiediamo innanzitutto al Signore e alla intercessione di Maria”. Mons. Crociata ha concluso con l’augurio che apre il Messaggio del Papa: “All’alba di questo nuovo anno donatoci dal Padre celeste, tempo giubilare dedicato alla speranza, rivolgo il mio più sincero augurio di pace ad ogni donna e uomo, in particolare a chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale, condannato dai propri errori, schiacciato dal giudizio altrui e non riesce a scorgere più alcuna prospettiva per la propria vita. A tutti voi speranza e pace”.