Yemen: Azione contro la fame, “la designazione degli Houthi come organizzazione terroristica ostacola accesso agli aiuti umanitari”

La recente decisione della nuova amministrazione Trump di classificare le autorità de facto nel nord dello Yemen, conosciute come Houthi, come “Foreign terrorist organization” (Fto, Organizzazione terroristica straniera) solleva serie preoccupazioni per l’impatto sulla già critica consegna degli aiuti umanitari nel Paese. Secondo i dati, lo Yemen vive una crisi senza precedenti dopo oltre un decennio di conflitto: circa 19,5 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria. Azione contro la fame ha espresso timori sul fatto che “questa designazione potrebbe compromettere ulteriormente l’accesso ai beni essenziali per una popolazione già stremata”. Le comunità del nord dello Yemen dipendono in larga misura da importazioni di cibo, carburante e medicine, spesso attraverso il porto strategico di Hodeida, sotto il controllo degli Houthi. Questo scalo marittimo rappresenta uno dei due principali punti di ingresso per i rifornimenti vitali nel Paese.
“La classificazione degli Houthi come Organizzazione terroristica straniera potrebbe provocare restrizioni o ritardi nelle importazioni di beni essenziali, oltre a un aumento dei prezzi. In un contesto in cui il 49% della popolazione è a rischio alimentare e il 55% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche”, spiega Anne Garella, direttrice delle Operazioni in Medio Oriente per Azione contro la fame.
Le aree settentrionali dello Yemen, dove vive circa il 70% della popolazione del Paese, stanno già affrontando gravi livelli di insicurezza alimentare acuta e crisi umanitarie. La scelta di considerare gli Houthi come Organizzazione terroristica straniera potrebbe “ulteriormente ostacolare la distribuzione degli aiuti umanitari, dato che l’interazione con le autorità locali è indispensabile per operare in queste zone”, precisa Azione contro la fame. Un ulteriore rischio derivante da questa classificazione riguarda l’accesso ai servizi finanziari. “Un cittadino yemenita su dieci dipende dalle rimesse inviate dall’estero per soddisfare i propri bisogni di base. Questi trasferimenti, essenziali per stabilizzare l’economia locale, potrebbero essere gravemente ostacolati. Inoltre, la misura potrebbe complicare i bonifici bancari, il pagamento degli stipendi agli operatori umanitari e l’implementazione di programmi di aiuti economici, pilastro della sicurezza alimentare”, prosegue Garella.
L’annuncio della classificazione arriva in un momento critico, segnato dalla crescente politicizzazione degli aiuti umanitari nello Yemen e da una riduzione globale dei finanziamenti destinati all’emergenza. Recentemente, i fondi internazionali sono stati diretti sempre più spesso verso le aree meridionali, sotto il controllo del governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale, su pressione dei donatori. “Se questa tendenza prosegue, il nord dello Yemen rischia un isolamento maggiore e la sua popolazione potrebbe essere ancora più vulnerabile”, conclude Garella. A dicembre 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 2761 che stabilisce un’esenzione umanitaria permanente applicabile a tutti i regimi di sanzioni delle Nazioni Unite. “È essenziale che tutti gli attori, specialmente i governi e il settore bancario, rispettino questa risoluzione e proteggano la consegna degli aiuti umanitari”, auspica Azione contro la fame, presente nello Yemen dal 2013.

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