R.D. Congo: Msf continua a ricevere feriti nell’ospedale di Goma tra mille difficoltà, “garantire l’accesso umanitario”

A Goma, le équipe di Medici senza frontiere (Msf) continuano a curare feriti all’ospedale Kyeshero, anche se gli scontri armati e l’insicurezza degli ultimi giorni hanno gravemente limitato la loro capacità di operare. Da giovedì Msf ha curato 142 pazienti e solo nella giornata di ieri ha ricevuto 37 feriti, metà dei quali civili e la maggior parte donne con ferite da arma da fuoco e causate da schegge. Dall’inizio della settimana diversi incidenti hanno colpito l’azione di Msf, e dato che oggi i combattimenti sembrano essersi calmati, l’organizzazione si prepara a inviare nuove équipe in città.
All’inizio di questa settimana, gli scontri tra l’M23, l’esercito congolese e i rispettivi alleati hanno raggiunto il centro di Goma gettando la città in uno stato di panico, con un impatto devastante sulla popolazione. Per diversi giorni Goma è stata tagliata fuori dal resto del mondo e le vittime dei combattimenti continuano ad affluire nelle strutture mediche quando è possibile. Sfortunatamente, né le strutture umanitarie né quelle mediche sono sfuggite alla violenza.
“All’ospedale Kyeshero, un proiettile ha perforato il tetto della sala operatoria durante un’operazione”, racconta da Goma Virginie Napolitano, coordinatrice dell’emergenza di Msf in Nord Kivu: “Molte delle nostre scorte di attrezzature e farmaci sono state saccheggiate, mettendo a repentaglio la nostra assistenza medica dentro e fuori Goma. I saccheggi armati hanno colpito anche i nostri colleghi di Goma. Uno di loro è stato ferito da un colpo di pistola nella sua abitazione durante un attacco. Anche altre organizzazioni e strutture mediche sono state colpite. Questo è totalmente inaccettabile”.
Nonostante la situazione, un’équipe di Msf continua a lavorare all’ospedale di Kyeshero, sopraffatto dall’afflusso di feriti, a sostegno dell’ospedale di Ndosho, dove lavorano le équipe del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr).
Da venerdì, la popolazione ha subito continue interruzioni di acqua ed elettricità. Anche la fornitura di cibo da parte di Msf ai pazienti e alle loro famiglie è attualmente compromessa, poiché l’insicurezza generale, il rischio di saccheggi e la chiusura delle strade impediscono ai team di rifornire le scorte alimentari, che durano solo 2 o 3 giorni.
Da diversi giorni, l’aumento dell’insicurezza e l’intensificarsi dei combattimenti hanno costretto Msf a ridurre temporaneamente il numero di team attivi a Goma e nei campi per persone sfollate alla periferia della città. Nel frattempo, i bisogni medici e umanitari a Goma e nei dintorni continuano ad aumentare. Nelle ultime settimane, decine di migliaia di persone si sono aggiunte alle 650.000 che, da più di 2 anni, vivono nei campi per sfollati intorno a Goma, dove i combattimenti si sono intensificati, portando tante persone a lasciare i campi.
Msf si sta preparando ad inviare nuovamente i team a Goma per valutare la capacità di risposta dopo i saccheggi degli ultimi giorni, con l’obiettivo di rifornire le scorte e aumentare le cure di emergenza il prima possibile. Poiché la situazione continua a peggiorare, Msf esorta le parti in conflitto “a proteggere i civili, a rispettare le norme fondamentali del diritto umanitario internazionale, in particolare il rispetto dell’azione medica, e a garantire l’accesso umanitario per fornire assistenza medica essenziale alla popolazione”.

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