“Giuseppe è un uomo giusto, che vive della legge del Signore, che da essa trae ispirazione in ogni occasione della sua vita”. È il ritratto del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI sul tema scelto per tutto l’anno giubilare, “Gesù nostra speranza”, si è soffermato sulla figura dello sposo di Maria, così come è descritta nel Vangelo di Matteo. “Giuseppe entra in scena nel Vangelo di Matteo come il fidanzato di Maria”, ha ricordato Francesco. “Per gli ebrei il fidanzamento era un vero e proprio legame giuridico, che preparava a ciò che sarebbe accaduto circa un anno dopo, cioè la celebrazione del matrimonio. Era allora che la donna passava dalla custodia del padre a quella del marito, trasferendosi in casa con lui e rendendosi disponibile al dono della maternità. È proprio in questo lasso di tempo che Giuseppe scopre la gravidanza di Maria e il suo amore viene messo duramente alla prova”. “Di fronte a una situazione simile, che avrebbe comportato la rottura del fidanzamento, la legge suggeriva due soluzioni possibili: o un atto giuridico di carattere pubblico, come la convocazione della donna in tribunale, oppure un’azione privata come quella della consegna alla donna di una lettera di ripudio”, ha proseguito il Papa. “Seguendo la Parola di Dio, Giuseppe agisce ponderatamente: non si lascia sopraffare da sentimenti istintivi e dal timore di accogliere con sé Maria, ma preferisce farsi guidare dalla sapienza divina. Sceglie di separarsi da Maria senza clamori, cioè privatamente”.