

Croce vandalizzata in Polonia (foto Oidac)
Una serie di attacchi e discriminazioni di matrice anticristiana in tutta Europa. Da atti di vandalismo a presepi a incendi appiccati nelle chiese fino a forme di discriminazione contro insegnanti e conduttori tv per aver espresso credenze cristiane. A documentarli è l’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (Oidac Europa), un’organizzazione non governativa con sede in Austria, membro della piattaforma per i diritti fondamentali dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Ue (Fra). “Spesso ci sorprendiamo di quanti pochi di questi incidenti arrivino sui media, al di là della stampa locale. Per colmare questa lacuna – spiega Anja Hoffmann, direttore esecutivo della ong -, vorremmo fornire una panoramica dei casi più recenti”. Solo nell’ultima settimana, sono stati segnalati all’Osservatorio un’ampia gamma di attacchi contro i cristiani: da un doppio incendio doloso, tra il 25 e il 26 gennaio nella chiesa di San Miguel a Jerez, in Spagna, a un furto a Sarajevo, dove ignoti hanno fatto irruzione nella chiesa del convento delle Suore della Carità di Santa Vinka nel centro della città ed hanno rubato l’ostensorio, la grande ostia consacrata, disperdendo le altre più piccole nel santuario. Il 20 gennaio, la facciata del convento di Grande Bretèche, sede delle Suore Domenicane della Presentazione, è stata vandalizzata dopo aver ospitato un evento pro-life.

Chiesa di Cristo Re a Valledoria (Sardegna, Tempio-Ampurias)
Purtroppo, gli atteggiamenti anticristiani continuano a emergere in tutta Europa, soprattutto durante il periodo natalizio. Sia nelle chiese che nelle piazze pubbliche, il numero di atti di vandalismo contro i presepi aumenta drasticamente in questo periodo dell’anno. In Italia, dove si sono verificati la maggior parte degli attacchi, presepi sono stati vandalizzati o derubati a Roncoferraro (Mantova), Aprilia, Persico (Cremona), Dosimo e Salò, dove tali incidenti hanno già una triste tradizione. In Francia, a Metz e Rennes, le figure del presepe sono state decapitate. A Roque-Gageac, l’intera scena è stata bruciata. Incidenti simili sono stati segnalati anche in Austria, Germania, Spagna e Regno Unito.
L’Osservatorio documenta anche una serie di attacchi contro le chiese. A Rennes, in Francia, da quando la cattedrale di Saint-Pierre è stata chiusa nei pomeriggi di dicembre a causa di “ripetuti atti di vandalismo”, gli attacchi non si sono fermati. Il 13 gennaio, la basilica di Saint Aubin è stata trovata vandalizzata, con i banchi rovesciati e una statua di Maria fatta a pezzi. Poco dopo, dei vandali hanno decapitato una statua di Gesù Bambino nella stessa chiesa. Desta preoccupazione anche una serie di attacchi in Sardegna. Solo in questo mese di gennaio, la chiesa di Cristo Re a Valledoria è stata incendiata due volte in tre giorni. Uno degli incidenti è avvenuto addirittura durante la celebrazione della messa. Ciò è accaduto solo pochi giorni dopo che un prete a Siniscola ha ricevuto una lettera minacciosa e l’auto di un prete è stata incendiata a Orosei. Il 23 gennaio, la chiesa di San Francesco a Oristano è stata gravemente vandalizzata, compresi i vandalismi di due crocifissi che sono stati lanciati contro l’altare e distrutti. Anche la Polonia è stata interessata purtroppo dai vandalismi alle croci, nello stesso modo e negli ultimi tre mesi. Nelle città di Tarnow, Krosno e Tychy, la figura di Gesù è stata strappata dalla croce e fatta a pezzi.
Nella documentazione dell’Osservatorio, c’è anche la denuncia di fatti contro la libertà di religione e espressione. In Francia, L’Autorità francese per le comunicazioni ha multato CNews con un’ammenda di 100.000 euro dopo che un presentatore del programma cattolico del canale ha descritto l’aborto come “la principale causa di morte al mondo”, utilizzando i dati di Worldmeter e dell’OMS. Le autorità francesi sostengono che ciò ha violato “l’obbligo di onestà e rigore nella presentazione e nell’elaborazione delle informazioni”. Il parlamento polacco discuterà una proposta per vietare la confessione ai minori. La proposta si basa su una petizione di un attivista che ha raccolto più di 13.000 firme. La petizione sostiene che la confessione è un “evento traumatico” che “mette prematuramente a confronto i minori con i concetti di bene e male”. Anche gli insegnanti possono subire pressione. Nel Regno Unito, una consulente scolastica sta intraprendendo un’azione legale dopo essere stata licenziata per aver promosso “credenze cristiane tradizionali”. In Austria, un’insegnante cattolica è stata bandita dall’insegnamento per due anni dopo essere stata licenziata per aver difeso i valori morali tradizionali durante manifestazioni pubbliche. All’insegnante è stato anche ordinato di pagare 24.000 euro di spese legali.