“Qualsiasi consultazione sulla data della Pasqua e un’eventuale decisione potranno avvenire solo in un futuro Sinodo panortodosso, con la partecipazione di tutte le Chiese ortodosse sorelle”. Lo afferma un comunicato del Patriarcato ortodosso romeno, in riferimento all’appello rivolto da Papa Francesco il 25 gennaio, nella Basilica San Paolo fuori le mura, per la scelta di una data comune della Pasqua.
Il Patriarcato ricorda inoltre la raccomandazione della Sinassi dei gerarchi e rappresentanti delle Chiese ortodosse, svoltasi a Chambésy tra 21-28 gennaio 2016, che sebbene riconosce la libertà di ogni Chiesa ortodossa di stabilire il proprio calendario, specifica l’impossibilità di “modificare la data della celebrazione comune della Pasqua da parte di tutti i fedeli [ortodossi]”. Dunque la decisione non spetta ad ognuna delle chiese ortodosse autocefale, ma al sinodo pan ortodosso. Però, mettere d’accordo tutte le Chiese ortodosse non è facile, visto che all’ultimo sinodo pan ortodosso, svoltosi a Creta (Grecia) nel 2016, non hanno partecipato tutte le Chiese ortodosse autocefale e che il sinodo stesso non fu riconosciuto dalla Chiesa ortodossa russa. Secondo l’ultimo censimento della popolazione (2022), la Chiesa ortodossa romena – che nel 2025 celebra cent’anni di autocefalia – conta con circa 14 milioni di fedeli in Romania e all’estero. Gli ortodossi romeni sono un culto riconosciuto anche in Italia, dopo l’accordo firmato il 27 gennaio tra il Governo italiano e la Diocesi ortodossa romena in Italia.