Intelligenza artificiale: Santa Sede, “rischia di rafforzare il modello di una medicina per ricchi”

L’IA rischia di rafforzare il modello di una “medicina per i ricchi”, in cui “le persone provviste di mezzi finanziari traggono beneficio da strumenti avanzati di prevenzione e da informazioni mediche personalizzate, mentre altri riescono a fatica ad avere accesso persino ai servizi di base”. Lo scrive la Santa Sede, che nella Nota sull’intelligenza artificiale definisce “necessari quadri equi di gestione per garantire che l’utilizzo dell’IA nell’assistenza sanitaria non aggravi le disuguaglianze esistenti, ma sia al servizio del bene comune”. “Le decisioni che riguardano il trattamento dei pazienti e il peso della responsabilità ad esse legato devono sempre rimanere in capo alle persone e mai essere delegati all’IA”, la raccomandazione del testo, in cui si fa notare che “l’uso dell’IA per determinare chi debba ricevere cure, basandosi prevalentemente su criteri economici o di efficienza, è un caso particolarmente problematico di paradigma tecnocratico che dovrebbe essere rifiutato”, perché penalizza i più fragili, amplificando le disuguaglianze già esistenti nell’accesso alle cure: “Poiché l’assistenza sanitaria si orienta sempre più sulla prevenzione e su approcci basati sullo stile di vita, può accadere che le soluzioni orientate dall’IA possano involontariamente facilitare le popolazioni più abbienti, le quali già godono di un maggiore accesso alle risorse mediche e a un’alimentazione di qualità”.

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