“L’intelligenza artificiale ci interpella perché tocca la vita delle persone, i legami sociali e disegna il futuro”. Così don Andrea Ciucci, coordinatore della Pontificia Accademia per la vita e segretario generale della Fondazione vaticana RenAIssance, in un’intervista al Sir sulla nota “Antiqua et nova” del Dicastero per la dottrina della fede e del Dicastero per la cultura e l’educazione: “È un invito a servire l’umanità con umiltà e coraggio, per costruire un domani a misura d’uomo”. “La corporeità e la relazionalità sono tratti distintivi: non esiste una mente senza un corpo, e la nostra intelligenza nasce, cresce e si sviluppa nelle relazioni”, precisa mons. Ciucci. D’altra parte, la nota richiama alla responsabilità: “Tra i rischi si citano disuguaglianze, effetti sociali ed ecologici, ma viene mostrato anche il grande potenziale in ambito sanitario, educativo e di sicurezza”. Per mons. Ciucci, “non possiamo affrontare un fenomeno di portata mondiale con logiche nazionalistiche del tipo ‘me first’. È necessario un approccio multilaterale che promuova dignità e uguaglianza”. “La nota vaticana non è un semplice invito a essere ‘più buoni’, ma un appello a un’azione seria e concreta. Come credenti, siamo chiamati a servire l’umanità con umiltà e coraggio, contribuendo al dialogo nei campi scientifico, politico e giuridico. Il nostro compito è abitare questi luoghi con responsabilità, al servizio del bene comune”, conclude mons. Ciucci.