“Dopo ventiquattro anni di sacerdozio, con bellissime esperienze parrocchiali, la chiamata all’episcopato mi ha aperto da subito alla conoscenza della realtà dei luoghi di cura, dei malati e di quanti si adoperano per loro. Mi sono arricchito, riscoprendo l’essenziale, relativizzando tanti problemi che io credevo importanti”. Così mons. Paolo Ricciardi ha commentato la sua nomina a vescovo di Jesi, annunciata oggi dal card. Baldassare Reina. “Quando si incontrano persone allettate, genitori di bambini malati, operatori che dedicano la vita a chi soffre, si capisce quanto siamo noi malati nel cuore. Si capisce che basterebbe così poco per essere più cristiani, più umani, più fratelli”, ha proseguito Ricciardi, ricordando momenti significativi del suo ministero: “Alcune stanze di ospedale, incontri in casa di persone disabili, momenti di fraternità con i cappellani, i sette presbiteri e i venti diaconi che ho avuto la gioia di ordinare in questi anni”. Guardando alla nuova missione, ha detto: “Forse proprio perché Dio sa che amo la familiarità delle relazioni, mi concede ora di essere pastore di una diocesi con dimensioni umane, ricca di storia e di fede, dove vado prima di tutto ad imparare”. A dare la notizia della nomina, nella Sala della Conciliazione del Palazzo Lateranense, è stato il cardinale vicario Baldassare Reina che lo ha ringraziato “a nome di tutta la Chiesa di Roma” per il suo servizio svolto con “la bontà, la mitezza, la pacatezza nel tratto”.