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“Siamo esseri relazionali e istituzioni e, in quanto tali, siamo responsabili e dobbiamo rendere conto gli uni degli altri. Siamo esseri sociali e, in quanto tali, condividiamo il mondo e le risorse del pianeta”. Così il Patriarca Bartolomeo I ha affermato in un passaggio del suo intervento all’assemblea plenaria del Consiglio d’Europa (Apce), che si è aperta ieri a Strasburgo. Poiché viviamo in una comunità globale, ha proseguito, “condividiamo valori comuni che trascendono i confini nazionali, politici, religiosi, razziali o culturali”, e questa “consapevolezza etica” si basa sulla dignità universale di tutte le persone. Il Patriarca ha poi fatto riferimento alle divisioni nel mondo, da cui deriva per lo stesso Patriarca “l’obbligo e la vocazione di costruire ponti di pace e unità, nonché di cooperazione e collaborazione”. Ed è l’esperienza stessa del Patriarcato ecumenico “la prova vivente che culture e fedi diverse possono coesistere in solidarietà e pace”. Dialogo e protezione del pianeta sono perciò le urgenze che vedono impegnato il Patriarcato e per le quali ha chiesto l’impegno dei membri dell’Apce. Il Patriarca, che era già intervenuto di fronte all’Apce nel 2007, ha poi spiegato che “possiamo fare la differenza nel mondo” e “dare una speranza rinnovata se tutti noi leader politici e religiosi lavoriamo insieme verso un obiettivo comune, vale a dire lasciare ai nostri figli un mondo migliore di quello che abbiamo ereditato o creato”.