Bielorussia: Rapporto Viasna 2024, 6.550 persone condannate a varie forme di sanzioni penali per motivi politici. Ancora in prigione il premio Nobel Ales Bialiatski

Sono “gravi” le violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità commessi dalle autorità bielorusse. E’ quanto emerge da un Rapporto 2024 di Viasna Human Rights Center, reso noto oggi, all’indomani delle elezioni presidenziali di Alexander Lukashenko, vincitore domenica per la settima volta. Nell’anno 2024, il Viasna Human Rights Center ha documentato 6.550 persone condannate a varie forme di sanzioni penali a causa del loro coinvolgimento in casi “motivati ​​politicamente”. 1.380 di questi individui erano donne. Sempre nel 2024, 1.721 individui sono stati incarcerati, tra cui 480 donne. Dall’estate del 2020, l’organizzazione per i diritti umani ha identificato 3.697 prigionieri politici, 680 dei quali sono donne. Tra loro figura anche, Ales Bialiatski, premio Nobel per la pace, noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre, di cui è attualmente a capo, è detenuto in una struttura correttiva.

Secondo Viasna, almeno 8.895 individui hanno subito varie forme di repressione legate a procedimenti penali o amministrativi sempre durante il 2024, tra cui arresti, interrogatori e perquisizioni. Un quarto delle persone represse erano donne. I tribunali hanno emesso almeno 5.890 sentenze amministrative. Secondo le informazioni di Viasna, i prigionieri politici sono sottoposti a condizioni particolarmente dure e a restrizioni non previste dalla legge. Non possono ricevere pacchi di assistenza, compresi quelli contenenti medicinali, e visite di familiari, coniugi e consulenti legali. Inoltre, la corrispondenza dei prigionieri politici è soggetta a restrizioni arbitrarie. Più di 10 prigionieri politici sono tenuti in detenzione in isolamento. Quattro prigionieri politici sono morti in istituti di correzione e carceri di custodia cautelare. Intanto, il numero di Ong in Bielorussia è in calo e le attività di molte associazioni sono soggette a criminalizzazione arbitraria da parte delle autorità. Con il pretesto di combattere il terrorismo e l’estremismo e proteggere gli interessi della sicurezza nazionale, continua la persecuzione dell’espressione pacifica. La repressione contro giornalisti, operatori dei media e blogger si è intensificata.  Secondo quanto emerge nel Rapporto, le autorità bielorusse continuerebbero a usare la tortura e altri maltrattamenti contro dissidenti e membri dell’opposizione; non ci sono stati casi di indagini e procedimenti giudiziari a livello nazionale nei confronti dei responsabili di torture diffuse e altre gravi violazioni dei diritti umani.

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