“Chi teme di più l’intelligenza artificiale è chi la conosce poco. Bisogna fare lo sforzo di avvicinarla per saperne di più e trasformare la diffidenza in curiosità”. Lo ha affermato questa mattina Celeste Satta, docente dell’Università di Torino, intervenendo alla seconda giornata del convegno “2025: A.I. confini della comunicazione” organizzato a Roma dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei in occasione della festa di san Francesco di Sales e del Giubileo del mondo della comunicazione.
Parlando di “Meno prodotti, più processi”, la docente ha sottolineato che “i social sono ambienti nei quali ci muoviamo. Reale e virtuale non sono separati”. E ha invitato a mettere in atto un approccio “relazionale” ai social per poi poterne sfruttar al meglio caratteristiche e potenzialità. Da Satta il suggerimento di “informarsi su come funzionano questi ‘strani ambienti’” come social o intelligenza artificiale, perché “aiuta a governarli”. Pensando poi alle giovani generazioni, la docente si è rivolta ai presenti esortando: “Proviamo a passare dallo schermo” per entrare in relazione con loro “perché magari poi dopo ci guarderanno negli occhi”. E rispetto all’analfabetismo dei giovani Satta ha domandato se “non sia il pressapochismo di chi li forma” ad incidere. L’impegno – ha concluso – è quello di “insegnare ai giovani a stare nel mondo con alcuni valori”.