Maltrattamento minori: Terre des Hommes, per gli operatori è di interesse medico. Rizzotto (Aou Padova), “servono diagnosi precoci”

Il 97,8% degli operatori ospedalieri italiani non ritiene che il maltrattamento di minori debba essere di pertinenza esclusiva di psicologi e assistenti sociali; il 91,9% lo riconosce un argomento di interesse medico. È quanto emerge dal primo Studio italiano per un modello di Centro ospedaliero per la diagnosi del maltrattamento infantile, realizzato dall’Azienda ospedaliera universitaria di Padova su mandato della Fondazione Terres des Hommes e presentato questa mattina a Roma. Intervistati 185 operatori di quattro ospedali pediatrici italiani: Aou Meyer Irccs di Firenze, Aou di Padova,Ospedale Santobono – Aorn Santobono Pausillipon di Napoli e Aou Policlinico Giovanni XXIII di Bari. Dalla ricerca emerge inoltre la necessità di investire sulla formazione capillare in materia, in quanto il 57,6% dei medici e psicologi risulta non averla mai ricevuta. Solo il 14% degli intervistati ha infatti riconosciuto il maltrattamento, sospettandolo – correttamente – in un gruppo di situazioni presentate dalla survey, mentre l’11% ha giustamente sospettato un maltrattamento quale possibile diagnosi differenziale, dinnanzi a sintomi e segni rilevabili nella pratica clinica. “Chiara e compatta – si legge nello studio – la visione per cui il maltrattamento debba trovare spazio in un servizio ospedaliero, mentre vi è spaccatura circa la modalità organizzativa che esso dovrebbe avere: Gruppo consulenza e Servizio dedicato”. Secondo gli intervistati, il pediatra deve assumere il ruolo di referente/coordinatore di tali unità; la parola chiave deve essere multidisciplinarietà, per disporre di esperti di varie specialità anche esterni al servizio dedicato. Centrale il ruolo della Regione, cui è demandato di inquadrare il servizio ospedaliero dedicato al maltrattamento all’interno di una cornice programmatoria, per garantirne: identità, credibilità, risorse mirate nonché tariffe specifiche. Per Melissa Rosa Rizzotto (Aou Padova), “l’approccio al tema della violenza e del maltrattamento per tutte le fasi della vita, ed in modo particolare per l’infanzia, richiede un cambiamento culturale profondo: l’ospedale può giocare un ruolo chiave in questa sfida, sviluppando esperienze cliniche e percorsi strutturati basati su evidenze scientifiche e formulando diagnosi sempre più precoci e accurate, utili a sviluppare azioni di prevenzione efficaci”.

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