I vescovi della Conferenza episcopale piemontese si sono riuniti in assemblea ordinaria a Villa Lascaris di Pianezza ieri, martedì 14 gennaio. Ne dà notizia la stessa Conferenza episcopale in un comunicato, diffuso oggi, nel quale viene sottolineato che duranti i lavori i presuli hanno iniziato a riflettere sulle indicazioni da dare alle cancellerie delle Curie in merito alle richieste di certificazioni che pervengono agli archivi diocesani. Inoltre, hanno nominato don Marco Ghiazza, del clero dell’arcidiocesi di Torino, assistente regionale del Settore Adulti dell’Azione Cattolica per un quinquennio. I vescovi hanno poi condiviso le iniziative delle varie diocesi in questa fase finale del Cammino sinodale italiano. Infine, hanno preso una chiara posizione – viene spiegato – in merito alla presenza e all’attività di Alessandro Maria Minutella in Piemonte. “Preso atto che il signor Alessandro Maria Minutella e fra Celestino della Croce (don Pietro Follador) nelle scorse settimane hanno inaugurato e ‘benedetto’ un centro denominato ‘Casa Betania’, in Savigliano, e che hanno svolto e svolgono celebrazioni e attività di predicazione anche in altri luoghi nelle nostre diocesi, ci preme ricordare – si legge nel testo dei vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta – che il predetto signor Minutella è stato scomunicato nel 2018 e dimesso dallo stato clericale nel gennaio 2022, e che dal marzo 2023 fra Celestino (don Follador) è stato sospeso dal suo vescovo”. “Pur ritenendosi il ‘piccolo resto cattolico’, né il signor Minutella, né i sacerdoti o i consacrati e le consacrate, che con lui agiscono, sono in comunione con la Chiesa cattolica, con il Papa e i vescovi: di conseguenza – proseguono i presuli –, non sono autorizzati a presiedere o animare celebrazioni dei sacramenti o altre funzioni liturgiche, così come non è loro permesso di tenere predicazioni o incontri di catechesi. Inoltre, quelli tra loro che sono sacerdoti non possono assolvere validamente dai peccati nel caso in cui fossero stati privati della debita facoltà, eccetto il caso di pericolo di morte”. “Ci auguriamo – concludono i vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta – che non solo i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, ma anche tutti i fedeli e le fedeli delle nostre diocesi possano essere consapevoli del pericolo che corrono seguendo insegnamenti che non hanno fondamento, e soprattutto aderendo e partecipando a queste e simili manifestazioni e celebrazioni che feriscono la comunione ecclesiale”.