“Fermarci e prestare ascolto alla sofferenza di chi non ha voce, di chi non ha istruzione”. È l’appello del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata ancora una volta ai bambini. “Combattere lo sfruttamento, in particolare quello minorile, è la strada maestra per costruire un futuro migliore per tutta la società”, la tesi di Francesco. “Alcuni Paesi hanno avuto la saggezza di scrivere i diritti dei bambini: i bambini hanno diritti”, ha aggiunto a braccio: “Cercate voi su WhatsApp quali sono i diritti del bambino”. “E allora ci chiediamo: io cosa posso fare?”, si è chiesto il Papa. “Prima di tutto dovremmo riconoscere che, se vogliamo sradicare il lavoro minorile, non possiamo esserne complici”, la risposta: “E quando lo siamo? Ad esempio, quando acquistiamo prodotti che impiegano il lavoro dei bambini. Come posso mangiare e vestirmi sapendo che dietro quel cibo o quegli abiti ci sono bambini sfruttati, che lavorano invece di andare a scuola? La consapevolezza su quello che acquistiamo è un primo atto per non essere complici. Vedete da dove provengono quei prodotti. Qualcuno dirà che, come singoli, non possiamo fare molto. È vero, come singoli non possiamo fare molto, ma ciascuno può essere una goccia che, insieme a tante altre gocce, può diventare un mare”.