Toccare, testimoniare, pregare. Questi i tre verbi scelti dal card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, “per indicare tre aspetti essenziali del ministero episcopale” e commentati nel corso della celebrazione eucaristica durante la quale sabato, nella chiesa della Santissima Trinità di Bassano del Grappa (Vi), ha consacrato vescovo il card. Fabio Baggio.
“Riuniti attorno alla mensa del Signore, rendiamo grazie per il dono della vita di p. Fabio”, ha affermato il prefetto nell’omelia: “Nella chiamata che Dio Padre gli ha rivolto a partecipare in pienezza al ministero sacerdotale di Cristo, nell’episcopato, noi tutti riconosciamo un atto di benevolenza e di amore elargito alla Chiesa universale. Un dono che ci riempie di gioia e di consolazione sin da quando abbiamo appreso la notizia della sua creazione a cardinale. Noi che in Dicastero abbiamo lavorato a stretto contatto con p. Fabio, insieme a coloro che lo conoscono da tempo, abbiamo visto rispecchiarsi in tale scelta di Papa Francesco la profonda considerazione che nutriamo per lui. La sua dedizione a favore delle persone migranti e delle popolazioni che versano in condizione di povertà, così come il suo generoso impegno verso una pastorale che pone al centro la dignità dell’uomo, ci hanno edificato e sollecitato nel corso degli anni”.
Commentando poi il verbo “toccare”, il card. Czerny ha rivolto a Baggio la prima consegna: “Approfondire la capacità di ascolto che hai già dato prova di esercitare nel corso del tuo ministero di missionario scalabriniano”. “Per aguzzare la vista – ha spiegato – occorre affinare l’orecchio, cioè mettersi in ascolto del Maestro, e imparare da Lui come rimanere in ascolto degli uomini e delle donne di oggi, accogliendone i drammi, le gioie, i dolori, le fatiche, sentendoli come propri”. “Ogni vescovo – ha proseguito – è chiamato a custodire e a confermare i fratelli nella fede. Per vivere questa fedeltà al Signore Gesù e alla Chiesa occorre essere vicini: uniti intimamente a Dio, prossimi e solidali con i fratelli. La vicinanza – dice Papa Francesco – è la traccia più tipica di Dio. Che sia la vicinanza, fatta di ascolto attento e sguardo premuroso sulle fragilità dell’umano, la traccia della presenza di Dio nel tuo ministero episcopale”. “Testimoniare nello Spirito – ha continuato commentando il secondo verbo – richiede creatività, intuito, e coraggio”. “Compito di ogni vescovo è testimoniare nello Spirito, guidando la porzione di Popolo di Dio che gli è affidata a conoscere, amare e servire Dio”, ha rilevato il porporato, invitando Baggio a “lasciare che lo Spirito Santo agisca sempre più in te, facendo della tua esistenza un prisma attraverso cui la luce di Cristo si riflette sul mondo. Con coraggio e creatività, il tuo ministero episcopale possa infondere, in coloro che ti saranno dati da custodire, la verità di Dio Padre che ‘ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque creda in Lui abbia la vita eterna’ (Gv 3,16)”. Infine, la terza consegna: quella di “custodire nella preghiera la familiarità con Dio, quell’intimità necessaria a riconoscersi sempre ‘peccatori salvati’”. “La paternità del vescovo – ha ricordato il card. Czerny – nasce dalla preghiera, scaturisce dall’esperienza di riconoscersi figlio nel Figlio e fratello di tutti. È a partire dalla percezione e piena consapevolezza del proprio limite, peccato, fragilità che la paternità matura come carico di umanità condivisa, di sofferenza riletta alla luce del Vangelo, di speranza rilanciata dal tocco sanante e trasformante di Cristo”. “I tre verbi che hanno scandito questo momento di riflessione sul Vangelo di Luca – toccare, testimoniare, pregare – trovano eco nelle parole di san Giovanni Battista Scalabrini, tratteggiando San Carlo Borromeo come un ‘esempio di quell’impavida costanza, di quella generosa pazienza, di quell’ardente carità, di quello zelo illuminato, indefesso, magnanimo, di tutte quelle virtù che formano di un uomo un vero apostolo de Gesù Christo. Egli ha sete di anime!’. Questo – ha concluso il porporato – è ciò che chiediamo a Dio per te, carissimo padre Fabio, come vescovo, missionario e cardinale, per intercessione della Beata Vergine Maria”.