“Propongo di basare la nostra discussione su due principi fondamentali”: lo scrive ancora Antonio Costa ai 27 leader Ue in vista del summit informale del 3 febbraio. “In primo luogo, l’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa. Deve diventare più resiliente, più efficiente, più autonoma e un attore più affidabile in materia di sicurezza e difesa. Così facendo, diventerà anche un partner transatlantico più forte, anche nel contesto della Nato, nel pieno rispetto della politica di sicurezza e difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri”. In secondo luogo, “gli Stati membri saranno sempre responsabili delle loro forze armate. Allo stesso tempo, abbiamo un interesse comune nel cooperare più strettamente a livello europeo per massimizzare le economie di scala e ridurre i costi, garantire l’interoperabilità, assicurare una domanda stabile e a lungo termine, in modo da dare maggiore prevedibilità alla nostra industria, ed evitare duplicazioni. Il livello di investimento, anche in ricerca e sviluppo, necessario per rafforzare la nostra capacità non è accessibile per i singoli Stati membri che agiscono da soli. Inoltre, una difesa efficace è un ‘bene comune’ che avvantaggia tutti gli europei”. Un aumento degli investimenti nella difesa “deve anche contribuire a rafforzare la competitività economica complessiva e la coesione dell’Unione europea attraverso un settore industriale in grado di sviluppare la propria eccellenza tecnologica in tutta l’Unione europea e contribuire alla creazione di posti di lavoro”.