Solidarietà: Pozzo di Giacobbe, concluso il viaggio di studio solidale in Benin e Togo

Si è concluso ieri, 10 gennaio (dal 28 dicembre scorso), il viaggio di studio solidale che ha portato in diversi punti del Benin e del Togo un piccolo gruppo di appartenenti al gruppo scout Agesci Merano 1, alcuni di loro membri attivi del Pozzo di Giacobbe (Jakobsbrunnen) fondato nel 2010 a Merano. Il viaggio, spiegano dall’associazione meranese, ha toccato diverse località del Benin e del Togo. I giovani sono stati accolti a Natitingou e Djougou (Benin) e ad Atakpamé (Togo). Hanno incontrato i rispettivi vescovi (mons. Antoine Sabi Bio, mons. Bernard de Clairvaux Toha, mons. Moїse Touho), direttori e operatori Caritas, missionari e giovani delle comunità incontrate. A Natitingou è in atto da anni un progetto teso all’educazione all’ambiente e alla promozione differenziata dei rifiuti. Importante l’incontro con il sindaco Taté Ouindeyama che ha riconosciuto la necessità di investire in azioni di ecologia integrale e ha condiviso infine la presenza alla marcia della pace del 1° gennaio che ha coinvolto molti giovani sotto lo slogan: “La pace non è una parola, ma un comportamento”. Altra esperienza in atto è quella del Burkina Faso, dove è attiva l’Union Fraternelle des Croyantes, organizzazione che mette insieme, da oltre sessant’anni, cristiani e musulmani del Sahel in azioni di promozione umana. Purtroppo, quest’anno non è stato possibile includere il Burkina Faso nel programma del viaggio solidale, proprio perché attualmente il Paese è sotto la pressione del radicalismo violento. Per fronteggiarlo, il Pozzo di Giacobbe, ha promosso un progetto specifico di prevenzione della radicalizzazione, cofinanziato dalla Provincia autonoma di Bolzano. Dal 2010 a oggi, grazie all’impegno di questa organizzazione, è stato possibile realizzare 45 tra pozzi e perforazioni (in Benin, Togo, Burkina Faso, Niger, Camerun), progetti per la tutela dell’ambiente e di cooperazione allo sviluppo, di attività di promozione del dialogo e della coesione sociale e di prevenzione dell’intolleranza e la radicalizzazione. Gli interlocutori in loco sono le diocesi, le Caritas diocesane, organizzazioni che fanno riferimento alla Chiesa cattolica. Il Pozzo di Giacobbe (Jakobsbrunnen) è attivo anche in Alto Adige. In particolare, partecipa alla Rete ecumenica della città di Merano, luogo dove da secoli, accanto a quella cattolica, hanno trovato casa diverse comunità religiose (ebrei, musulmani, buddisti, oltre i cristiani luterani e ortodossi). L’organizzazione, che è composta solo di volontari, è parte della Focsiv, la Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana.

 

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