“Non siamo nelle mani del destino, non sono i malefici e le stregonerie che cambiano la nostra vita!”. Lo ha esclamato il Papa, nell’omelia della messa presieduta nello stadio Sir John Guise di Port Moresby. “Diciamo no a tutto questo, perché ci chiude nella menzogna e nella paura!”, il monito di Francesco: “Apriamoci a Dio e alla sua Parola, apriamoci al Vangelo, apriamoci alla fede della Chiesa e, così, diventeremo anche capaci di comunicare tra di noi e di edificare una società diversa, anche qui in Papua Nuova Guinea”. “Questa è la cosa più importante: aprirci a Dio, aprirci ai fratelli, aprirci al Vangelo e farlo diventare la bussola della nostra vita”, ha detto il Papa: “Voi che abitate questa grande isola affacciata sull’Oceano Pacifico, forse qualche volta avrete pensato di essere una terra lontana, distante, situata ai confini del mondo. E magari, per tante altre ragioni, a volte vi sarete sentiti distanti da Dio e dal suo Vangelo, incapaci di comunicare con lui e tra di voi. Come ha fatto con il sordomuto, il Signore oggi vuole avvicinarsi a voi, abbattere le distanze, farvi sentire che siete al centro del suo cuore e che ciascuno di voi è importante per lui, vuole guarire la vostra sordità e il vostro mutismo. Egli dice oggi a ciascuno di voi: ‘Apriti!’ Apriti alla gioia del Vangelo, apriti all’incontro con Dio, apriti all’amore dei fratelli. Che nessuno di noi rimanga sordo e muto dinanzi a questo invito. E in questo cammino vi accompagni il Beato Giovanni Mazzucconi: tra tanti disagi e ostilità, egli ha portato Cristo in mezzo a voi, perché nessuno restasse sordo dinanzi al gioioso Messaggio della salvezza, e a tutti si potesse sciogliere la lingua per cantare”.