Ucraina: Famiglia cristiana, testimonianze da Leopoli di operatori di Caritas italiana dopo l’attacco missilistico russo

“Hanno centrato un edificio a 50 metri da quello dove viviamo noi, è stato uno shock”: a raccontarlo su Famiglia cristiana, da Leopoli, è Viviana Calmasini, una delle operatrici di Caritas italiana in Ucraina, project manager di un progetto finanziato dall’Aics che si occupa di assistenza sanitaria e psicologica, distribuzione di viveri, kit igienici e farmaci per gli sfollati e per la popolazione locale in difficoltà.
Gli attacchi missilistici russi hanno centrato edifici di un quartiere residenziale, centrale a Leopoli. Sette persone sono morte, fra le quali tre bambini, più di una ventina sono rimaste ferite.
Ad essere colpito è stato il quartiere nel quale vivono operatori ed operatrici di Caritas italiana in Ucraina: “L’edificio raggiunto dal missile è a cinquanta metri da casa nostra, di fronte al nostro palazzo – spiega Viviana Calmasini, che quando è scattato l’allarme ha trovato riparo nel rifugio del condominio -. Il rifugio era pieno di persone e non è una cosa normale, già questo faceva capire che stava per succedere qualcosa di particolarmente grave. Eppure, non ci aspettavamo un’esplosione così forte e vicina e quando è avvenuta è stata uno shock. La paura per fortuna è poi passata presto”. Prosegue: “In questo periodo c’erano stati altri attacchi, sempre nella regione di Leopoli. Ma erano generalmente diretti su paesi dove sono presenti infrastrutture importanti, non sulla città”.
L’attacco su Leopoli segna sicuramente un’escalation del conflitto, commenta, sempre su Famiglia cristiana, Ettore Fusaro, 49 anni, responsabile dei progetti di Caritas italiana in Ucraina, “dovuta anche all’incremento della conoscenza reciproca – tra esercito russo e quello ucraino – delle rispettive potenze belliche. I nemici si confrontano, imparano sempre di più a conoscersi a vicenda e di conseguenza gli attacchi sono sempre più potenti, mirati, massicci, dunque dannosi. Da due mesi ormai gli attacchi si ripetono tutte le notti: questo indebolisce enormemente non solo le difese militari ma anche gli animi e il morale, che è poi uno degli obiettivi della strategia russa. Sono aumentati gli attacchi alle infrastrutture, ai servizi, anche alle Ong. La dimensione del conflitto si allarga e, di conseguenza, aumentano gli obiettivi civili, oltre a quelli militari. Ogni mese lo scenario bellico cambia ed è difficile da interpretare”.
Caritas italiana continua ad essere in prima linea al fianco della popolazione ucraina, a sopporto di Caritas Ucraina e Caritas Spes. Si lavora tanto sull’emergenza, una fase che non solo non è finita ma si è rafforzata. “La fase emergenziale è acuta ed è anche differente rispetto alle fasi iniziali di due anni e mezzo fa – continua Fusaro -, è un’emergenza che porta con sé tutte le conseguenze di un lungo conflitto. Una crisi di queste dimensioni comporta un intervento emergenziale importante, strutturato. Noi ci siamo, a sostegno delle reti locali delle Caritas, che stanno facendo un lavoro enorme al fianco delle Chiese greco-cattolica e latina, con tutte le fatiche conseguenti, i rischi di chi opera vicino alle zone del fronte e anche di chi si prende cura della riabilitazione delle vittime della guerra e degli sfollati nelle altre zone del Paese”.

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