“Il nostro mondo sta chiaramente affrontando due gravi crisi: la disumanizzazione e il cambiamento climatico”. Comincia così la Dichiarazione di Istiqlal, firmata dal Papa e dal grande imam di Giacarta, Nasaruddin Umar, durante l’incontro interreligioso svoltosi nella più grande moschea dell’Asia. “Il fenomeno globale della disumanizzazione è caratterizzato soprattutto da violenze e conflitti diffusi, che spesso provocano un numero allarmante di vittime”, si legge nel testo: “È particolarmente preoccupante che la religione sia spesso strumentalizzata in questo senso, causando sofferenze a molti, soprattutto donne, bambini e anziani. Il ruolo della religione, tuttavia, dovrebbe includere la promozione e la salvaguardia della dignità di ogni vita umana”. “L’abuso del creato, che è la nostra casa comune, da parte dell’uomo, ha contribuito al cambiamento climatico, comportando conseguenze distruttive come i disastri naturali, il riscaldamento globale e condizioni meteorologiche imprevedibili”, l’altra denuncia del Documento: “L’attuale crisi ambientale è diventata un ostacolo alla convivenza armoniosa dei popoli”. “I valori condivisi dalle nostre tradizioni religiose dovrebbero essere promossi efficacemente per sconfiggere la cultura della violenza e dell’indifferenza che affligge il nostro mondo”, l’assunzione di responsabilità dei leader religiosi, secondo i quali “i valori religiosi dovrebbero essere orientati alla promozione di una cultura di rispetto, dignità, compassione, riconciliazione e solidarietà fraterna per superare sia la disumanizzazione, sia la distruzione ambientale”. “Poiché esiste un’unica famiglia umana globale, il dialogo interreligioso dovrebbe essere riconosciuto come uno strumento efficace per risolvere i conflitti locali, regionali e internazionali, soprattutto quelli provocati dall’abuso della religione”, la proposta, insieme all’invito ad “agire con decisione per preservare l’integrità dell’ecosistema e delle sue risorse ereditate dalle generazioni precedenti, che speriamo di trasmettere ai nostri figli e nipoti”.