Compassione “vuol dire anche abbracciare i sogni e desideri di riscatto e di giustizia, prendersene cura, farsene promotori e cooperatori, coinvolgendo anche altri, allargando la rete e i confini in un grande dinamismo espansivo di carità”. Lo ha spiegato il Papa, al termine del discorso rivolto al clero, nella cattedrale di Giacarta, con numerosi inserti fuori testo. “E questo non vuol dire essere comunista, vuol dire carità, vuol dire amore”, ha precisato a braccio Francesco. Poi ha raccontato, sempre a braccio: “A me colpisce tanto quella storia del Vangelo, quando gli invitati a nozze non sono voluti venire. Il Signore cosa fa, si amareggia? No, manda i suoi e dice loro: ‘Andate agli incroci delle strade e portate tutti dentro: tutti!”. “Andare avanti con la fraternità, con la compassione, con l’unità”, l’invito finale: “Vi incoraggio a continuare la vostra missione forti nella fede, aperti a tutti nella fraternità e vicini a ciascuno nella compassione. Vi benedico e vi ringrazio per il tanto bene che fate ogni giorno!”.