Vasily Tychapets, vescovo della Chiesa greco cattolica di San Nikola Taumaturgo a Kharkiv, in Ucraina, è in questi giorni in visita alla diocesi di Como, dove resterà fino al 7 settembre, su invito di “Frontiere di Pace”, il gruppo di volontari con sede nella parrocchia di Maccio impegnato nelle missioni umanitarie in Ucraina.
Una visita speciale, iniziata il 31 agosto scorso, che rinforza il legame tra l’Ucraina e la diocesi di Como.
La visita è iniziata domenica 1° settembre con l’incontro e il saluto alla comunità di Maccio, nella chiesa Santa Maria Assunta a Villa Guardia.
Nel pomeriggio di martedì 3 settembre il vescovo Vasily Tychapets, accompagnato da padre Ivan Pankiv, Ilarion Pankiv e Markiian Pankiv e dai volontari di “Frontiere di Pace”, ha incontrato il vescovo di Como, card. Oscar Cantoni.
“È stato un incontro molto importante – è il commento del card. Cantoni -, in uno stile di ascolto, accoglienza e fraternità. In particolare vorrei condividere il ringraziamento che ho ricevuto per la tanta attenzione e sensibilità per la situazione in Ucraina da parte di molteplici realtà della nostra diocesi, come il gruppo di Maccio, insieme con tanti altri. In questo momento è indispensabile continuare a pregare per la pace in Ucraina, in Medio Oriente e ovunque la guerra porti divisione, morte e distruzione”.
In mattinata la delegazione ucraina aveva incontrato il direttore della Caritas diocesana, Rossano Breda, e la referente dell’area internazionale, Anna Merlo. Il vescovo Vasily Tychapets in entrambe le occasioni ha voluto esprimere il grazie suo e della sua gente alla diocesi di Como e ai volontari comaschi che da due anni sostengono con missioni umanitarie regolari le popolazioni colpite dalla guerra. “La situazione nella città di Kharkiv e nei villaggi al confine con la Russia – ha raccontato il presule – è molto difficile a causa dei continui bombardamenti che si sono intensificati nelle ultime settimane. Rifugiati continuano a lasciare i centri di confine per cercare riparo in città e vengono a bussare alle porte della nostra Chiesa in cerca di aiuto”. Sono circa cinquecento le famiglie che vengono sostenute settimanalmente dalla Chiesa di Kharkiv, grazie anche agli aiuti in arrivo dall’Italia (l’ultima missione di “Frontiere di Pace” si è svolta nel mese di luglio).
“Prima della guerra la città di Kharkiv aveva due milioni di abitanti, oggi siamo meno di un milione contando anche le migliaia di profughi presenti. Ma la città vive, vuole sopravvivere – ha concluso il vescovo – anche se non è facile. La preoccupazione è per l’arrivo dell’inverno che qua è molto rigido per questo motivo vi chiedo di non smettere di aiutarci”.
Al termine dell’incontro uno scambio di doni con il direttore della Caritas diocesana, Rossano Breda, a suggellare un gemellaggio che continuerà nei prossimi mesi. “Siamo noi a ringraziarvi – ha commentato Breda – per la vostra presenza tra noi perché mettersi in ascolto dei testimoni cambia il nostro modo di guardare alla realtà. A nome della Caritas diocesana posso dire che continueremo a stare al fianco del popolo ucraino sia continuando il nostro impegno nell’accoglienza dei cittadini ucraini in Diocesi di Como sia sostenendo gli interventi dei volontari di Frontiere di Pace”.