“Nonostante arriviamo da varie Chiese locali tutte con le loro ricchezze, tutte con le loro sfide, tutte impegnate per rinnovarsi e per trovare nuove vie e un nuovo linguaggio per parlare di Gesù agli uomini e alle donne di oggi, siamo ‘seduti insieme’ per conservare i beni della Chiesa attraverso un’eredità indivisa da condividere con tutti, nessuno escluso”. Così il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, nell’indirizzo di saluto al ritiro in preparazione della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria in corso nell’Aula Nuova del Sinodo: “L’Assemblea sinodale è ‘luogo santo’ di incontro con il Signore che è presente lì dove ‘due o tre’ sono riuniti nel suo nome. O entriamo in questa prospettiva di preghiera, di fede, di incontro con Dio, o non assumiamo un autentico stile sinodale, non viviamo una esperienza di sinodalità. Infatti il Sinodo non può che essere una preghiera, una liturgia, nella quale l’attore principale non siamo noi, ma lo Spirito Santo”. Per il cardinale, “dobbiamo essere disposti a spogliarci, poiché l’ascolto è una azione radicale di spoliazione di fronte all’altro e di fronte a Dio”.