Haiti: Wfp, “la fame è a livelli storici, ne soffre la metà della popolazione”

(foto: Wfp)

Haiti oggi segna un altro triste traguardo, con il numero di quanti soffrono la fame acuta che ha ormai raggiunto la metà della popolazione del paese, secondo l’ultima analisi dell’Integrated food security phase classification (Ipc). Lo denuncia oggi il World food programme (Wfp), il Programma alimentare mondiale delle Nazioni.  L’ultimo rapporto Ipc copre il periodo agosto 2024-febbraio 2025 ed è stato pubblicato dalla Coordination nationale de la sécurité alimentaire (Cnsa) di Haiti, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dal Wfp.  Il rapporto fornisce una scala comune per misurare la gravità e l’entità della fame acuta. Mentre Haiti continua a fare i conti con significativi problemi di sicurezza, ogni giorno 5,4 milioni di persone faticano a sfamare se stesse e le proprie famiglie. Si tratta di una delle più alte percentuali di persone con insicurezza alimentare acuta nelle crisi globali. Di queste, due milioni sono alle prese con livelli emergenziali di fame (Ipc Fase 4), cioè con carenze alimentari estreme, malnutrizione acuta e alti tassi di malattia. Secondo l’ultimo rapporto Ipc, sono almeno 6.000 gli sfollati che affrontano ora livelli catastrofici di insicurezza alimentare (Ipc Fase 5) e che vivono in rifugi temporanei nella capitale dopo essere fuggiti dalle loro case. Ciò significa che queste persone stanno affrontando fame, morte, indigenza e livelli di malnutrizione acuta estremamente critici.

(foto: Wfp)

“Non dobbiamo voltare le spalle alla peggiore emergenza alimentare nell’emisfero occidentale. Il Wfp chiede con urgenza un ampio sostegno per potenziare in modo massiccio l’assistenza salvavita alle famiglie che lottano ogni giorno con una estrema carenza di cibo, una crescente malnutrizione e malattie mortali. Non può esserci sicurezza o stabilità ad Haiti quando milioni di persone soffrono la fame a questi livelli”, ha detto Cindy McCain, direttrice esecutiva del Wfp.
Le agenzie alimentari umanitarie e le Ong ad Haiti hanno bisogno di 230 milioni di dollari per implementare i programmi fino alla fine dell’anno, con le famiglie sfollate a causa dell’ondata di violenza di quest’anno che soffrono direttamente la fame crescente. Le organizzazioni umanitarie continuano ad affrontare difficoltà nell’accesso alle comunità che vivono in aree controllate da gruppi armati. La violenza, gli attacchi e gli scontri legati a gruppi armati sono fortemente aumentati a Port-au-Prince all’inizio del 2024, costringendo le operazioni via mare ed aeree ad uno stop temporaneo. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in cerca di salvezza; negli ultimi sei mesi il numero di sfollati è quasi raddoppiato, arrivando a oltre 700.000 persone. Molti sfollati hanno trovato rifugio in circa 100 siti nella capitale, tra cui scuole ed edifici pubblici. I siti per sfollati sono spesso sovraffollati e insalubri, e ciò crea un alto rischio di diffusione di malattie, mentre le famiglie traumatizzate, che hanno visto svanire i propri redditi e mezzi di sostentamento, faticano ad acquistare sufficiente cibo a causa dell’impennata dei prezzi.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi