Venerdì 30 agosto la Chiesa di Parma ha promosso una veglia di preghiera per quanti vivono in carcere e per fare memoria delle persone che si sono tolte la vita. Luogo e data significativi: il giorno del compleanno di padre Lino Maupas, il frate minore che aveva fatto del carcere la sua casa e la sua famiglia; nella chiesa, quella dell’Annunciata, cuore dell’Oltretorrente, dove lui stesso ha vissuto e dove i suoi confratelli continuano il servizio di carità tra le persone recluse. Una veglia, molto partecipata, in cui si sono intrecciate parole di speranza – quelle della Bibbia, ma anche quelle di chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza della detenzione ed anche del tentato suicidio – e gesti di speranza: la consegna simbolica di anelli di catene spezzate e l’attivazione di un fondo straordinario di solidarietà per incrementare quello che già si sta facendo e sostenere ulteriormente le persone detenute indigenti offrendo loro aiuti decisivi. Così, il vescovo, mons. Enrico Solmi, che ha presieduto la veglia, ne ha sinterizzato il significato e il valore: “Mantenere alta la coscienza e l’impegno per i carcerati. Coscienza e impegno che diventano dolore e sdegno quando la dignità della persona è a rischio o calpestata, davanti a ostacoli burocratici che la ledono, quando si arriva alla morte per suicidio… La sofferenza è condivisa con la famiglia e con tutti coloro che, anche in carcere, piangono e sentono, come sale su una ferita mai chiusa, questo fallimento tragico. Proprio per questo, la nostra vicinanza si concretizza, si solidifica nella preghiera e nel gesto ulteriore di un fondo che alimenta le risorse, sempre povere sia pur generose, come alimenta anche la coscienza di una Chiesa e di una città”. Nel corso della veglia sono stati letti, in un silenzio denso di preghiera e commozione, i nomi dei detenuti che si sono tolti la vita dal 1° gennaio di quest’anno: un elenco, purtroppo sempre in evoluzione; le loro esistenze, insieme a quelle degli agenti della polizia penitenziaria, sono state affidate alle braccia misericordiose del Signore. Già durante la veglia c’è stata una risposta generosa all’appello del vescovo: è stata raccolta la somma di euro 989,50 che confluirà nel fondo “Ero carcerato”.