Per tutta la Famiglia cottolenghina presente nel mondo si è aperto ieri un cammino triennale di preparazione al bicentenario dell’ispirazione carismatica ricevuta da san Giuseppe Cottolengo a fondare la Piccola Casa della Divina Provvidenza. Il 2 settembre 2027 la Piccola Casa celebrerà, infatti, duecento anni della propria storia iniziata a Torino. Il percorso avrà come tema “200 anni di grazia e di vita”. L’itinerario ha preso il via ieri, memoria dell’ispirazione carismatica, nella chiesa grande della Piccola Casa di Torino con una solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Franco Lovignana, vescovo di Aosta e presidente della Conferenza episcopale piemontese, concelebrata dal padre generale, p. Carmine Arice, con diversi sacerdoti cottolenghini. All’inizio della celebrazione, in una chiesa gremita, i superiori della Piccola Casa, p. Arice, madre Elda Pezzuto e fratel Giuseppe Visconti, hanno portato davanti all’altare la reliquia di San Giuseppe Benedetto Cottolengo che, dopo la messa, ha iniziato il pellegrinaggio tra i figli e le figlie della Piccola Casa nel mondo. Prima tappa l’Rsa Annunziata nel Cottolengo di Torino.
Il percorso del bicentenario, ha annunciato p. Arice presentando il cammino di preparazione nel saluto a mons. Lovignana, il sarà scandito da tre verbi: celebrare, ringraziare e rinnovare. “Celebrare”, ha spiegato, “per fare memoria del dono ricevuto e, una volta riconosciuta l’opera di Dio, esprimere gratitudine”. Ma non solo celebrare e ringraziare. “Occorre anche rinnovare il nostro impegno e la nostra fedeltà al carisma del Fondatore, perché anche oggi, pur nelle mutate circostanze, questa storia di bene e di carità evangelica possa continuare. E sappiamo anche che oggi, più che mai, c’è bisogno di gridare in tutti i modi che la vita è un dono intangibile, che la dignità umana non è data da immagine, capacità e prestazione, che una società che non è capace di prendersi cura dei poveri e dei sofferenti è una società crudele e disumana”, ha chiosato Arice. Il primo anno del percorso coinciderà con il Giubileo del 2025 ed avrà come tema “Pellegrini di speranza”. Traendo spunto dal tema del Giubileo, la Piccola Casa vivrà poi i tre anni di preparazione al bicentenario alla luce delle virtù teologali: speranza, fede, carità.
“Il Cottolengo – ha sottolineato mons. Lovignana nell’omelia – ci insegna a coltivare le inquietudini del cuore, non seguendo le mode fluide del mondo, rimanendo, invece, dentro al sentiero sicuro tracciato dalla vita e dalla spiritualità della Chiesa, sapendo che Dio non illude e non delude quanti sperano in lui”. Il presidente della Conferenza episcopale piemontese ha inoltre invitato a guardare alla dedizione totale che il Cottolengo aveva per i poveri; infine, ha augurato a tutta la Famiglia del Cottolengo “che le parole di san Paolo, Caritas Christi urget nos (2 Cor 5, 14), motto della Piccola Casa, possano mettere radici profonde nel cuore e portino fiori luminosi di annuncio e generosi frutti di carità, nello stile della vicinanza affettiva e familiare che fu di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Deo gratias!”. Prima della benedizione finale cinque rappresentanti della Famiglia carismatica cottolenghina hanno letto una preghiera per il cammino del bicentenario, “Mi basta la tua grazia, Signore”, scritta dalle suore cottolenghine di vita contemplativa.