“Il nostro Paese è al crocevia dell’Europa e del mondo. In questa società multiculturale, la Chiesa è chiamata a essere un segno di comunione e di integrazione”. E’ il saluto al Papa di mons. Luc Terlinden, presidente della Conferenza episcopale belga e arcivescovo di Malines-Bruxelles, all’inizio dell’incontro con il clero, nella basilica del Sacro Cuore di Koekelberg. “L’esperienza ci ha insegnato che l’accoglienza degli stranieri e la mescolanza delle popolazioni sono allo stesso tempo una sfida e un’opportunità per la Chiesa, per la pastorale, per la teologia”, ha proseguito Terlinden: “Più ancora, è una grazia di Dio e una chiamata urgente ad annunciare con gioia il Vangelo in un mondo che sta cambiando profondamente e sta diventando più secolare. In particolare, il Sacro Cuore di Gesù ci invita a testimoniare la tenerezza di Dio per ogni essere umano al di là di ogni frontiera e a riconoscere in ognuno una sorella o un fratello”. “L’eredità lasciata da tanti missionari partiti dalle nostre regioni, il più famoso dei quali, San Damiano di Molokai, è stato beatificato qui nel 1995, così come la lunga tradizione di impegno sociale della Chiesa attraverso le scuole, gli ospedali, la Gioventù Operaia Cristiana e molte altre opere, ci stimolano a esplorare nuove vie di evangelizzazione”, ha concluso il vescovo: “Questi passano anche per la sinodalità, che suscita entusiasmo ed è un vero segno di speranza”.