“Di fronte al mistero del male, di fronte all’ingiustizia insopportabile e alla violenza che si è scatenata, rimaniamo storditi, come schiacciati. Naturalmente, è necessario che la giustizia umana faccia il suo corso. Ma oggi abbiamo bisogno di piangere, di condividere e di deporre insieme il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra incomprensione. Possiamo collocarlo qui, ai piedi della Croce, perché crediamo che Dio capisce tutto questo. Dio condivide tutto questo”. Con queste parole, padre Pierre-Hervé Grosjean, parroco della chiesa Montigny-Voisins le Bretonneux si è rivolto nell’omelia alle tantissime persone che hanno riempito ieri la cattedrale Saint-Louis di Versailles per partecipare ai funerali di Philippine Le Noir de Carlan, studentessa diciannovenne dell’Università Paris Dauphine, uccisa e sepolta nel parco del Bois de Boulogne a Parigi. Il suo assassino, un 23enne marocchino, era già stato condannato per stupro nel 2019 e ne era stata disposta l’espulsione. Il caso ha sollevato in tutto il Paese un’ondata di orrore e polemiche. Nell’omelia, il parroco ha ricordato quanto Philippine fosse una ragazza impegnata anche in parrocchia e con gli scout e le guide di Francia. “Non vogliamo che il male abbia l’ultima parola”, ha quindi detto il sacerdote. “Vogliamo opporci al Male, alla sua violenza e alla sua brutalità con la forza del nostro amore, della nostra speranza, della nostra fede e con la bellezza della nostra unità. Vogliamo rispondere all’orrore del male con la forza più grande del bene, impegnandoci ciascuno”, “a servire i più piccoli, i più giovani, i più poveri o i più fragili”. “La giustizia farà il suo corso. E’ necessario che lo faccia, ma non basta. Ognuno di noi può anche decidere qui che qualcosa cambierà nella sua vita in questi giorni. Tutti possono decidere di uscire un po’ migliori da questo funerale, affinché anche il mondo possa esserlo”.