“Troppo spesso il rifugiato viene presentato non come una vittima di violazioni dei diritti umani, ma come una minaccia al nostro ambiente culturale, alla nostra prosperità e persino alla nostra sicurezza. Come comunità accademica, ci opponiamo alla globalizzazione dell’indifferenza. Ci opponiamo alle ideologie che distruggono la diversità rendendo l’assimilazione generale una condizione di accettazione”. Lo ha detto il rettore dell’Università cattolica di Lovanio, Luc Sels, salutando il Papa all’inizio dell’incontro con i docenti universitari, occasione per il secondo discorso del Papa in Belgio. “L’impegno mondiale per i rifugiati durante il suo pontificato è impressionante”, ha sottolineato il rettore illustrando le attività dell’ateneo a favore dei rifugiati: “In quanto università di livello mondiale, che accoglie studenti da tutto il mondo, ci impegniamo a esplorare le implicazioni dei flussi di rifugiati qui e le cause delle fughe di massa da tutti questi Paesi. La nostra forza sta nel fatto che accogliamo tutti in una comunità composta da un’ampia varietà di gruppi religiosi e filosofici non confessionali. L’università è impegnata in un dialogo aperto basato sulla comprensione reciproca, anche tra le religioni. In questo modo, cerca di promuovere l’armonia e la pace. Nel farlo, ci ispiriamo esplicitamente ai valori e agli ideali cristiani”. Poi il riferimento agli abusi, con la richiesta di “un dialogo onesto, impegnato e cordiale con le vittime”, e la richiesta di colmare l’”enorme diario tra uomini e donne in una Chiesa che è così spesso di fatto guidata dalle donne”.