Papa in Belgio: a Lovanio, “grazie per l’accoglienza ai rifugiati”, serve “cultura dell’inclusione”

“Grazie perché, allargando i confini, vi siete fatti spazio accogliente per tanti rifugiati che sono costretti a fuggire dalle loro terre, tra mille insicurezze, enormi disagi e sofferenze a volte atroci”. È l’omaggio del Papa all’Università cattolica di Lovanio e alla sua seicentesca tradizione di accoglienza che perdura ancora oggi. “Mentre alcuni invocano il rafforzamento dei confini, voi, in quanto comunità universitaria, i confini li avete allargati, avete aperto le braccia per accogliere queste persone segnate dal dolore, per aiutarle a studiare e a crescere”, il tributo di Francesco: “Ci serve questo: una cultura che allarga i confini, che non è settaria – e voi non siete settari – né si pone al di sopra degli altri ma, al contrario, sta nella pasta del mondo portandovi dentro un lievito buono, che contribuisce al bene dell’umanità. Questo compito, questa speranza più grande, è affidata a voi!”. “Allargate i confini! Siate inquieti cercatori della verità e non spegnete mai la passione, per non cedere all’accidia del pensiero, che è una malattia molto brutta”, l’invito finale: “Siate protagonisti nel generare una cultura dell’inclusione, della compassione, dell’attenzione verso i più deboli e verso le grandi sfide del mondo in cui viviamo”.

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