A cinque giorni dagli attacchi più violenti e di vasta portata che il Libano abbia vissuto in quasi due decenni, si sta “concretizzando ciò che temevamo e su cui avevamo lanciato l’allarme: una catastrofe umanitaria”. Lo ha detto Ivo Freijsen, rappresentante dell’Unhcr in Libano, durante il briefing stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. “Sebbene ci preparassimo a questo scenario da 11 mesi, l’attuazione dei programmi di aiuto è ostacolata dalla mancanza di fondi. Ribadiamo il nostro appello ai donatori affinché aumentino urgentemente i finanziamenti per gli sforzi di soccorso umanitario in Libano. Il bilancio umano è sconcertante: dall’inizio delle ostilità, nell’ottobre 2023, sono state uccise almeno 1.540 persone, tra cui oltre 100 siriani. In un solo giorno, durante il primo degli attacchi aerei su larga scala di Israele, il 23 settembre, sono state uccise più di 500 persone”, ha aggiunto: “La famiglia dell’Unhcr non è stata risparmiata: abbiamo perso due colleghi devoti e amati e uno dei loro figli. La protezione dei civili è un dovere, e ribadiamo gli appelli per un’urgente de-escalation, e chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili, compresi gli operatori umanitari, in linea con il diritto umanitario internazionale. Dall’ottobre 2023, oltre 211.000 persone sono state costrette alla fuga, di cui oltre 118.000 solo questa settimana”. Il Libano ha vissuto “simili sconvolgimenti durante la guerra con Israele del luglio 2006, quando i libanesi sono fuggiti in Siria e in Europa. Ma ora – ha spiegato il rappresentante dell’Unhcr – il Paese si trova in una situazione molto più precaria, dovendo affrontare una crisi socioeconomica duratura”. La risposta dell’Unhcr continua a “concentrarsi su tutte le comunità colpite, compresi libanesi e rifugiati. I bisogni principali includono rifugi sicuri, beni di prima necessità, assistenza sanitaria, assistenza in denaro e servizi di protezione”. Dall’ottobre 2023 ha fornito oltre 140.000 beni di prima necessità e assistenza in denaro a più di 68.560 sfollati, sostenendo rifugi collettivi e assicurando l’accesso all’assistenza sanitaria e al sostegno psicosociale. Per Freijsen è “allarmante che i siriani recentemente sfollati in tutto il Libano stiano affrontando difficoltà nell’accesso a rifugi sicuri, poiché continuano a essere respinti dai rifugi collettivi assegnati dal governo. Nonostante l’Unhcr apprezzi la generosa ospitalità del Libano nell’ospitare così tanti rifugiati e comprenda le sfide che ciò comporta in questo momento così delicato, chiediamo a tutti gli attori di mantenere e applicare i principi umanitari e di consentire un accesso paritario all’assistenza. I nuovi sfollati siriani e libanesi in diverse regioni ci dicono di aver dovuto dormire all’aperto”. È giunto il momento – è l’appello – che la comunità internazionale “intensifichi il proprio sostegno al Libano e al suo popolo. Se non si fornisce un sostegno urgente e sostanziale, la complessità aumenterà e i bisogni saranno ancora più radicati, rendendo più difficile affrontare la crisi in rapida crescita. La comunità umanitaria continuerà a fare del suo meglio per rispondere, ma una soluzione politica urgente è prioritaria”.