“La frontiera tra il Libano e Israele, invalicabile alle persone, non lo è per gli strumenti di morte. In pochi giorni il nuovo fronte ha prodotto più di 500mila sfollati, centinaia di morti e migliaia di feriti. I frati hanno aperto i conventi a sfollati e rifugiati, colpiti dai bombardamenti dell’aviazione israeliana, mentre i confratelli che si trovano in Galilea pregano in santuari ormai vuoti di pellegrini, ma continuamente sovrastati dai missili di Hezbollah”. Lo ha scritto padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, in una lettera inviata al vescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis e ai “cari amici” della diocesi perugina-pievese.
“Temiamo che nelle prossime ondate anche le nostre chiese possano diventare obiettivi sensibili. Il rumore delle esplosioni fa tremare; si vive nella surreale situazione prodotta da questa nuova guerra”, racconta il francescano, aggiungendo che “in tutte le comunità stiamo pregando perché questa follia finisca. Purtroppo, la stessa voce di Papa Francesco sembra cadere nel vuoto: ‘Auspico che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation. È inaccettabile!’ (udienza, mercoledì 25 settembre)”.
“Crediamo nell’importanza sia di un movimento mondiale di preghiera per la pace, sia di una solidarietà concreta, di una forte e univoca espressione dell’opinione pubblica e anche delle gerarchie ecclesiali in favore della pace, della soluzione negoziale dei conflitti in corso, della tutela delle popolazioni civili e del rifiuto di ogni azione militare priva di proporzionalità”, conclude p. Patton.