“Lo spirito del Vangelo è spirito di accoglienza, di apertura a tutti, e non ammette nessun tipo di esclusione”. Lo ha ribadito il Papa, nel suo secondo e ultimo discorso pubblico in Lussemburgo, pronunciato nella cattedrale di Notre Dame e rivolto alla comunità cattolica. “Vi incoraggio a rimanere fedeli a questa eredità, continuando a fare del vostro Paese una casa amica per chiunque bussi alla vostra porta chiedendo aiuto e ospitalità”, l’invito per un Paese che “ha e mantiene viva una tradizione secolare” nel campo dell’accoglienza: “È un dovere di giustizia prima ancora che di carità, come già diceva San Giovanni Paolo II quando ricordava le radici cristiane della cultura europea. Egli incoraggiava proprio i giovani lussemburghesi a tracciare il cammino per un’Europa non solo delle merci e dei beni, ma dei valori, degli uomini e dei cuori, in cui il Vangelo fosse condiviso nella parola dell’annunzio e nei segni dell’amore. Un’Europa, e un mondo, in cui il Vangelo sia condiviso nella parola dell’annuncio unita ai segni dell’amore”.