La rete Clamor, composta da oltre 60 organizzazioni cattoliche che operano per la difesa e la promozione dei diritti umani dei migranti, dei rifugiati e degli sfollati in America Latina e nei Caraibi, ha iniziato la sua VII Assemblea generale a Bogotá, in Colombia, nella sede del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). L’incontro, che proseguirà fino al 29 settembre, ha come tema “Dio cammina con il suo popolo”, il titolo scelto da Papa Francesco per il Messaggio della prossima Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati di domenica 29 settembre 2024.
L’incontro è iniziato con un intervento del cardinale Álvaro Ramazzini, presidente della rete Clamor e vescovo di Huehuetenango (Guatemala), che ha incoraggiato gli oltre 110 partecipanti a vivere questo incontro con passione e con un vero senso di speranza e di impegno, affinché i suoi frutti siano tutti messi a favore dei fratelli e delle sorelle migranti e rifugiati.
Il porporato ha evidenziato la partecipazione di delegati provenienti da altri continenti, che sono presenti per la prima volta per arricchire il lavoro della rete con la loro testimonianza ed esperienza.
La novità di questo incontro, al quale sono presenti oltre 110 rappresentanti di 32 Paesi, è, infatti, la partecipazione per la prima volta di delegati provenienti da Stati Uniti, Francia, Afghanistan, Sudafrica, Spagna, Francia, Italia, Marocco, Belgio, Etiopia, Ucraina, Bangladesh, Libano, Zambia e Thailandia, che contribuiranno ad arricchire la riflessione e i contributi. “Spero e auspico che questa prima esperienza sia l’inizio di un rapporto che diventi sempre più profondo, più intenso in questa grande sfida che tutti voi e noi abbiamo raccolto, quella di vedere nei nostri fratelli e sorelle migranti, rifugiati, vittime della tratta, esseri umani che non devono soffrire quello che soffrono a causa dell’egoismo, del razzismo, dell’individualismo”, ha detto il card. Ramazzini.
Infine, il presidente di Clamor ha annunciato che durante l’incontro sarà presentato un protocollo per i centri di accoglienza per migranti, cioè una guida per la pastorale della mobilità umana. La sfida, ha avvertito, è che questo documento non rimanga sulla carta, ma che tutte le commissioni episcopali, le organizzazioni che si occupano di migrazione e altre organizzazioni che lavorano in questo servizio lo mettano in pratica in ciascuna delle loro realtà.