“Di fronte a tante ingiustizie e ai diversi focolai di guerra che, insieme ad innumerevoli innocenti, bruciano nei cuori la speranza, è necessario difenderla, ritrovarla sempre di nuovo e condividerla. Senza speranza si spegne la virtù che genera i martiri e i confessori della fede, capaci di amare fino alla fine”. Lo ha scritto il vescovo di Lodi, mons. Maurizio Malvestiti, nella lettera pastorale “Pellegrini di speranza”, seconda tappa del triennio “Sinodalità e santità”.
Il testo, che sarà pubblicato l’11 ottobre nel giorno della memoria di san Giovanni XXIII, presenta in copertina l’immagine degli oltre 450 lodigiani che dall’8 all’11 settembre del 2016, guidati dal vescovo, hanno partecipato a Roma al pellegrinaggio della misericordia, incontrando Papa Francesco.
Nella lettera pastorale di mons. Malvestiti – si legge in una nota della diocesi – è la parola “speranza” quella che ricorre con maggiore frequenza. La speranza figlia della fede, amica stretta della carità: cos’è e le sue ragioni; la ricerca della speranza nelle Scritture; formare alla speranza; celebrare la speranza: il vuoto di speranza; diventare segni di speranza; consolazioni e speranza; Maria, segno di speranza. “Camminare insieme sulla stessa via! È quanto abbiamo sperimentato nel Sinodo XIV della Chiesa di Lodi, il cui Libro, promulgato nella veglia di Pentecoste, sabato 4 giugno 2022, ha aperto l’Anno eucaristico diocesano – ha scritto il presule introducendo il testo –. Ne ha costituito l’apice il Congresso che si è concluso in piazza della cattedrale a Lodi, sabato 30 settembre 2024, con la pubblicazione degli ‘Orientamenti diocesani per la vita liturgica delle comunità’. Il triennio pastorale ‘Sinodalità e santità’, scaturito da quella esperienza, è illustrato nella lettera ‘Sui passi della fede’. Suo intento è la preparazione, la celebrazione e l’assimilazione del Giubileo nel segno della ‘santità’, declinata anno per anno sulle tre virtù teologali: fede, speranza, carità”. “Nella carità” – anticipa mons. Malvestiti – “sarà l’ultimo passo da compiere nell’Anno pastorale 2025-2026,con l’appello a riconoscere in essa il carisma più grande, la sintesi perfetta della sequela cristiana e il compimento della santità”. “Consapevolezza giubilare essenziale – ammonisce mons. Malvestiti – deve essere la seguente: Cristo è la porta della salvezza; solo chi entrerà e uscirà attraverso di Lui troverà pascolo (cfr Gv 10,7-9). Nella sua croce sta la nostra unica speranza: è l’ancora che impedisce il naufragio e il fallimento del senso di vivere ripristinando sempre la gioia, quale evidente radice etimologica e contenutistica dell’esperienza giubilare”.