Papa Francesco: ai gesuiti di Indonesia, Timor Est e Singapore, “dare testimonianza con prudenza e coraggio”. “Giustizia sociale è parte essenziale del Vangelo”

“Dare testimonianza con prudenza e con coraggio”. Così Papa Francesco, nel corso dei tre incontri avuti con i confratelli gesuiti in Indonesia, Timor Est e Singapore durante il suo ultimo viaggio apostolico (2 – 13 settembre), rispondendo a un confratello che chiedeva consiglio sulle situazioni in cui i cristiani sono perseguitati. Lo riferisce p. Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero per la cultura e l’educazione, presente agli incontri, che ha realizzato in esclusiva per La Civiltà Cattolica il resoconto dei colloqui che verrà pubblicato nel quaderno 4.183 della rivista. “Penso che quella del cristiano sia sempre la strada del ‘martirio’, cioè della testimonianza – ha detto Francesco -. Serve dare testimonianza con prudenza e con coraggio: sono due elementi che vanno insieme, e spetta a ciascuno trovare la propria strada”. E ha concluso: “La prudenza sempre rischia quando è coraggiosa”.
Il Papa è quindi ritornato sulla figura di p. Arrupe, spiegando che “si è giocato per l’inculturazione della fede e per l’evangelizzazione della cultura”. Due aspetti che rappresentano “la missione fondamentale della Compagnia”. Per il Santo Padre, “la fede deve essere inculturata. Una fede che non crea cultura è una fede proselitista”.
Rispondendo alle domande dei gesuiti di Timor Est, Francesco ha parlato di giustizia sociale come “parte essenziale e integrante del Vangelo”. E ha precisato: “La giustizia sociale deve tener conto dei tre linguaggi umani: il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. Essere un intellettuale astratto dalla realtà non serve a lavorare per la giustizia sociale; il cuore senza intelletto, non serve neppure; e un linguaggio delle mani senza cuore e senza intelletto, non serve nemmeno”. Per il Papa, il “desiderio” di giustizia sociale “ha dato i suoi frutti” nel corso della storia: “Quando sant’Ignazio ci chiede di essere creativi, ci dice: guardate i luoghi, i tempi e le persone. Le regole, le Costituzioni sono importanti, ma considerando sempre i luoghi, i tempi e le persone. È una sfida di creatività e di giustizia sociale. È così che si deve stabilire la giustizia sociale, non con teorie socialiste. Il Vangelo ha la sua voce propria”. Infine, riferendosi alla Compagnia, il Pontefice ha concluso: “Io la sogno unita, coraggiosa. Preferisco che si sbagli per il coraggio che per la sicurezza. Ma uno può dire: ‘Se siamo nei posti di lotta, sulle frontiere, c’è sempre il rischio di scivolare…’. E io rispondo: ‘E scivolate!”. Chi ha sempre paura di sbagliare non fa niente nella vita”.

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