Le organizzazioni che lavorano nel sud del Libano sono state costrette a sospendere i servizi vitali per i rifugiati e per le comunità libanesi. E’ la denuncia di ActionAid in seguito all’escalation degli attacchi delle forze israeliane. Il partner di ActionAid, The Lebanese Women Democratic Gathering (RDFL), che opera nella valle della Bekaa, ha dovuto sospendere le sue attività a causa dei bombardamenti che in queste ore colpiscono il Libano. RDFL gestisce due centri che forniscono servizi di protezione essenziali per i rifugiati palestinesi e siriani e per le comunità ospitanti in Libano. Le persone sono terrorizzate all’idea di lasciare le loro case, ma hanno disperatamente bisogno di assistenza. Malak, responsabile degli Spazi Sicuri di RDFL, afferma: “Un significativo sfollamento è in corso, con molte famiglie che fuggono a Jeb Jennine, che è considerato più sicuro rispetto ai villaggi circostanti. Le scuole vengono convertite in rifugi per gli sfollati, e l’aria è riempita dal suono costante delle ambulanze. Si teme che la situazione possa peggiorare sempre più nelle prossime ore”. “Le persone arrivano senza niente – prosegue Malak – dopo essere state costrette ad abbandonare le loro case. I loro bisogni immediati devono essere affrontati con urgenza. La nostra priorità è garantire la loro sicurezza e fornire riparo – sia attraverso alloggi temporanei in rifugi, alberghi o con famiglie ospitanti – e garantire la sicurezza, soprattutto per i gruppi vulnerabili come donne, bambini e anziani. Stiamo attualmente valutando le loro esigenze urgenti e faremo tutto il possibile per sostenerli”. ActionAid esorta tutte le parti a dare priorità alla protezione dei civili in linea con il diritto internazionale umanitario e a porre immediatamente fine alle ostilità. La comunità internazionale deve agire rapidamente per ridurre la situazione e garantire che gli aiuti umanitari raggiungano le persone più colpite dalla violenza.