Gmg 2027: card. Farrell, “il Papa ha scelto la Corea per aprire a tutto il mondo”

“Sia la situazione internazionale che la relazione tra le due Coree non è favorevole, ma se sarà possibile, abbiamo voglia di invitarli”. Così mons. Peter Soon-Taick Chung, arcivescovo di Seoul e presidente del Comitato Organizzatore Locale (Cole) di Seoul 2027, ha risposto alle domande di giornalisti, in merito alla possibile presenza o meno di giovani della Corea del nord, durante la conferenza stampa in Sala Stampa vaticana di presentazione delle iniziative in vista dell’evento. “Se sarà possibile, sicuramente abbiamo voglia di invitarli”, ha aggiunto. Quanto all’ipotesi di un possibile prossimo viaggio del Papa in Corea del Nord, il card. Kevin Farrell, presidente del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, ha risposto: “Non ne abbiamo idea, dipenderà da un invito che dovrà venire dalla Corea del Nord stessa”. Interpellato sui motivi della scelta della Corea del Sud per la prossima Gmg, Farrell ha spiegato: “In passato abbiamo viaggiato in tutto il mondo con la Gmg, ma ci sono due continenti in cui il Santo Padre era particolarmente interessato a portare la Gmg: il primo continente è l’Asia, il secondo l’Africa. Il Papa vuole aprire a tutto il mondo: ci sono troppi conflitti e divisioni, e il Santo Padre vorrebbe portarci a dialogare gli uni con gli altri. Non per convertire le persone, ma per mostrare che tutti possiamo vivere insieme, rispettandosi reciprocamente, rispettando le culture di tutti e le credenze di ogni luogo”. “Nel 2014 – ha proseguito Farrell commentando il tema della Gmg di Seoul – il Papa aveva visitato la Corea e voleva ritornarci. Ed i cattolici in Corea sono noti per la loro fermezza nella fede, hanno sofferto più di tutti gli altri paesi in Asia. Abbiamo celebrato 40 martiri: la chiesa era rimasta senza sacerdoti, è stata evangelizzata dai laici, dai coreani, e quindi il Papa ha sentito nel suo cuore che era necessario tornare in Asia, in Corea. Noi viviamo in un mondo così secolarizzato che c’è una forte possibilità che i giovani si scoraggino e perdano la propria fede in Dio, e questa Gmg è un’opportunità per ricordare ai giovani che evangelizzare non significa insegnare dieci regole da seguire nella vita: è quello, ma è anche insegnare alle persone a vivere secondo la Parola di Dio”.

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