Comunicazioni sociali: Padula (Lateranense), “umanizzare la professione in nome del rispetto della dignità di ogni persona”

“Ieri un uomo ha confessato in diretta tv l’omicidio dell’anziana mamma malata di Alzheimer. In nome del diritto di cronaca si è rotto ogni indugio e il giornalismo ha smesso di essere mediazione, incontro, bilancia narrativa”. A ribadirlo è Massimiliano Padula, sociologo dei processi comunicativi della Pontificia Università Lateranense. “In nome del diritto di cronaca – aggiunge lo studioso – si è stati capaci anche di annientare disperazione e vergogna, si sono ignorate lacrime, si è distrutto ogni margine di pudore. Perché, nonostante un omicidio resti un’aberrazione umana, un uomo resta un uomo, anche se assassino. Anche per questo, il tema per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali diffuso oggi si configura come una luce in territori comunicativi sempre più oscuri. Papa Francesco ci chiede di ‘condividere con mitezza la speranza che sta nei nostri cuori’ perché la speranza ‘è sempre legata a un progetto comunitario’. L’auspicio – conclude Padula – è che giornalisti e comunicatori credenti e non, possano fare proprie queste parole non frenando la loro professione, ma umanizzandola in nome del rispetto della dignità di ogni persona”.

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