Si è svolto ieri mattina, 23 settembre, in un campo da calcio “speciale” – quello del carcere femminile di Rebibbia (Rm) -, il 3° torneo di calcetto intitolato: “A Rebibbia, Scendiamo in campo per la pace”. Promotrice dell’iniziativa è l’associazione Prison Fellowship Italia onlus (dal 2009 impegnata attivamente all’interno del mondo carcerario), in collaborazione con numerose associazioni che, in diverse forme, hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. Tra queste: Sport&Smile, Manalive, SS Lazio, la Nazionale italiana sacerdoti, AS tifosi Roma.
A scendere in campo, con la maglia di un unico colore, quello della solidarietà, la squadra delle detenute di Atletico Diritti, i ragazzi della nazionale di calcio italiana sacerdoti di Moreno Buccianti, e la squadra degli educatori dell’istituto penitenziario. Con loro, in campo, anche Vincent Candela, ex calciatore della Roma e ambasciatore della neo nata associazione AS Tifosi della Roma; Fabio Petruzzi, ex difensore della Roma e della Nazionale italiana, e Gioia Masia, che in campo ha indossato per anni la maglietta giallo rossa e quella azzurra della nostra Nazionale.
Anche quest’anno dunque, per il 3° anno consecutivo, artisti del mondo dello spettacolo, sportivi e rappresentanti di varie associazioni no profit si sono dati appuntamento sul campo da calcio di Rebibbia, perché lo sport parla una sola lingua, non fa differenze di colori, razza o religione. Ospite attesissimo, Giuseppe Fiorello, uno degli attori più amati e apprezzati nel nostro Paese. “Mi è capitato altre volte – ha detto l’attore e regista – di girare un film o ricevere l’invito a visitare istituti di detenzione ed ogni volta mi scatta dentro un sentimento di timore, sento come una lieve paura di disturbare ed invadere le vite fragili delle persone che sono costrette ad abitare quel posto ma, prevale in me sempre il senso della partecipazione che mi incoraggia e mi sostiene ed oggi, a Rebibbia, sono stato accolto con grande affetto e una straordinaria umanità, mi avete fatto sentire totalmente a mio agio e come in famiglia”.
a cura di Daniela Di Domenico