La Commissione della Comece per la cultura e l’istruzione, presieduta da mons. Janusz Stepnowski, ha espresso oggi in un comunicato preoccupazione per la “significativa carenza di insegnanti” negli Stati membri dell’Unione europea secondo quanto emerse dal “2024 Education and Training Monitor”. Si tratta – si legge nel comunicato – di “un problema critico con gravi conseguenze per le varie dimensioni dell’istruzione e per il tessuto sociale delle regioni e delle comunità locali”. La Commissione ha elaborato un documento che include una serie di raccomandazioni tecniche all’Unione europea e alle sue istituzioni, sottolineando la necessità di maggiori investimenti nelle carriere degli insegnanti. “La professione di insegnante, spesso sottovalutata, deve essere posta al centro delle politiche educative europee”, dichiara il presidente della Commissione. “Ciò è essenziale per lo sviluppo integrale delle giovani generazioni e per garantire un apprendimento di qualità e orientato allo scopo”. “La Chiesa cattolica, con la sua forte tradizione educativa attraverso scuole primarie e secondarie, istituti e università, può fornire – scrive la Comece – un contributo significativo”, svolgendo “un servizio pubblico” basato su valori che possono essere “essenziali per il futuro e la missione dell’Unione europea”. Un altro elemento chiave del contributo Comece è il ruolo degli insegnanti di religione, che “è spesso sottovalutato ma dovrebbe essere promosso” per “mettere l’umanità e la dignità umana al centro dell’esperienza di apprendimento”, nonché “promuovere l’alfabetizzazione religiosa in tempi di società sempre più multiculturali e secolarizzate”.