“Ai membri di Sant’Egidio, grazie. Ci offrite speranza. La speranza scarseggia. Guardiamo il nostro pianeta, se ne abbiamo il coraggio, e osserviamo la disperazione che cerca di sopraffarci. Poi rivolgiamoci alla preghiera per la pace e rallegriamoci, perché la disperazione non ha futuro”. Queste le parole ponunciate dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ai partecipanti al convegno internazionale della Comunità di Sant’Egidio, dal titolo quest’anno “Immaginare la pace” che si è aperto ieri sera a Parigi al Palais des Congrès. “Le Nazioni Unite stimano che ci siano circa 56 conflitti nel mondo”. Il pensiero dell’arcivescovo va immediatamente alla guerra in Ucraina, “la più grande guerra su vasta scala nel continente europeo dal 1945” e al 7 ottobre e al conflitto che sta infiammando il Medio Oriente. “Tutti noi – ha quindi detto il rev. Welby – dobbiamo legarci ai processi e alle speranze di riconciliazione, e dobbiamo pregare affinché le nostre società e i nostri leader politici siano raggiunti dal desiderio di pace e agiscano di conseguenza”. Ed ha concluso: “In mezzo alla pace “esile” si può seminare la giustizia. Nella giustizia appare una fragile fiducia. Dalla fiducia può iniziare un ciclo futuro migliore. Ma il fondamento di tutto è la preghiera, perché nella preghiera ci impegniamo in una collaborazione con Dio. Lì troviamo speranza, lì vediamo il cambiamento, lì siamo attratti gli uni verso gli altri. Possa Dio guidarci e ispirarci”.