Domenica 22 settembre al Centro diocesano “A. Onisto” di Vicenza si svolgerà la Festa diocesana delle famiglie. Il momento iniziale dell’appuntamento, dedicato al tema “Famiglie aperte al mondo che educano alla pace”, sarà la celebrazione eucaristica presieduta alle 9.30 dal vescovo Giuliano Brugnotto, alla quale seguiranno proposte di laboratori per tutti a cura di associazioni e movimenti presenti in diocesi. Dopo il pranzo condiviso e un tempo di intrattenimento ludico, alcune coppie porteranno la loro testimonianza di pace vissuta. La conclusione sarà con una preghiera ecumenica realizzata con i responsabili di altre confessioni cristiane presenti in diocesi.
“Il tema scelto quest’anno per la festa delle famiglie permette di sottolineare due valori particolarmente importanti in questo momento storico: l’apertura al mondo e l’educazione alla pace tanto necessaria in questo momento storico”, ha affermato mons. Brugnotto, sottolineando che “l’attenzione delle famiglie ai vicini di casa permette la creazione di reti sociali che negli ultimi anni stiamo rischiando di perdere lasciando molte persone, soprattutto anziane, nella solitudine”. “A questo – ha proseguito il vescovo – si può aggiungere la cura per chi incontriamo quotidianamente in una società multiculturale ed è ‘diverso’ per storia, provenienza, cultura, fede… Coltivare relazioni con chi è ‘diverso’ aiuta a vivere profondamente l’umanità di ogni uomo e donna, anche la propria, costruendo fruttuose realtà di accoglienza, dialogo e pace”.
“Da quasi un anno abbiamo ricevuto il mandato dal vescovo Giuliano come direttori dell’ufficio famiglia diocesano”, raccontano i coniugi Stefano Fabris e Stefania Refosco. “In questo anno abbiamo scelto di incontrare le tante realtà che si occupano di famiglia nel territorio della diocesi e ci siamo accorti della ricchezza che abbiamo! Sono infatti numerose le realtà che sostengono le famiglie ed è per questo che abbiamo organizzato insieme laboratori e testimonianze, per condividere le esperienze e le risorse già esistenti ma che, spesso, rischiamo di non conoscere. Come primo passo anche verso una dimensione più ecumenica, quest’anno abbiamo scelto di preparare la preghiera conclusiva con i responsabili di altre chiese cristiane presenti nel nostro territorio”, concludono i coniugi Fabris.