Il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs) si “allontana” e sono proprio le bambine e i bambini “più vulnerabili, che vivono in famiglie molto povere in contesti rurali, ad essere esclusi dai pochi progressi realizzati finora a livello globale”. Lo dichiara Save the Children, alla luce del nuovo rapporto “Racing Against Time” pubblicato alla vigilia del “Summit del futuro”, che si svolgerà il 22-23 settembre a New York, durante il quale i Capi di Stato e di governo si riuniranno per approvare il “Patto sul futuro” e la “Dichiarazione sulle future generazioni” allegata al Patto. Secondo il report solo 40 Paesi nel mondo hanno fatto dei passi avanti verso l’obiettivo “zero fame” e appena 18 dei 116 Paesi per i quali disponiamo di dati hanno compiuto progressi inclusivi – a vantaggio anche dei bambini in condizione di maggiore povertà – per ridurre il rischio di blocco della crescita, la forma più grave di malnutrizione, che danneggia lo sviluppo del bambino. Il tasso di progresso della riduzione della mortalità infantile al di sotto dei 5 anni – sottolinea l’organizzazione umanitaria – è stato “più lento per i bambini colpiti da disuguaglianze e discriminazioni, con solo 9 dei 106 Paesi per i quali disponiamo di dati che hanno compiuto progressi inclusivi. Solo 8 Paesi su 86 analizzati hanno compiuto progressi inclusivi sul matrimonio infantile, che ha un impatto devastante sull’infanzia, tra cui gravidanze adolescenziali, violenza di genere e abbandono precoce della scuola”. Mancano solo sei anni alla scadenza per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e Save the Children chiede ai leader mondiali di “aumentare rapidamente gli investimenti per realizzare i target, dando priorità ai settori sociali che beneficiano i bambini e le loro famiglie e alle politiche che mettono al primo posto i più vulnerabili”. Un messaggio che sarà portato direttamente ai leader presenti a New York da una delegazione guidata dalla direttrice generale di Save the Children International, Inger Ashing, insieme a giovani attivisti dello Zimbabwe e del Perù. “Il matrimonio infantile nella mia comunità mi rattrista e mi fa arrabbiare, perché ritengo che i bambini debbano essere bambini, con il tempo di crescere, imparare e giocare, invece di essere sposati con la responsabilità di un figlio proprio – spiega Nicole, 17 anni, dello Zimbabwe, che parteciperà al Summit – La maggior parte di loro abbandona la scuola e si vede sottrarre la possibilità di imparare. Il matrimonio infantile ha un impatto così grande sulla vita dei bambini e non si fa abbastanza per affrontarlo”.
“È assolutamente inaccettabile che i bambini più vulnerabili del mondo siano esclusi dai progressi che si stanno facendo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile – dichiara Inger Ashing, direttrice di Save the Children International –. Tutti i bambini hanno il diritto di partecipare in modo significativo alle decisioni che avranno un impatto sulle loro vite oggi e in futuro. Al ‘Summit del Futuro’ i leader mondiali devono ascoltare le voci dei bambini e impegnarsi a finanziare e accelerare l’azione per raggiungere gli SDGs”.