Striscia di Gaza: Chaiban (Unicef), “immediato cessate il fuoco e più evacuazione dei bambini”

“So che siamo tutti preoccupati per la situazione che coinvolge il Libano e Israele e il Segretario Generale ha esortato tutte le parti interessate a esercitare la massima moderazione per evitare qualsiasi ulteriore escalation, che sarebbe terribile in termini di conseguenze per i bambini”. Lo dice il vice direttore generale dell’Unicef, Ted Chaiban, che in questi giorni ha visitato Israele, la Striscia di Gaze e la Cisgiordania dove ha avuto “l’opportunità di incontrare i bambini di diverse comunità che sono stati colpiti da questa terribile guerra. Il 7 ottobre – ha detto – è stato un giorno orribile, e da allora ogni giorno è stato orribile anche per i bambini in questa quarta grande escalation in 10 anni, risultato di un conflitto irrisolto e di una storia di occupazione”. Da loro arriva l’appello a “essere la voce di tutti i bambini e di riferire le loro sofferenze. L’Unicef collaborerà con i ministeri competenti per garantire il sostegno ai bambini israeliani” ed ha chiesto di “aumentare l’accesso alle forniture umanitarie e commerciali, in particolare agli alimenti freschi e alle forniture nutrizionali, di proteggere i bambini, di migliorare le misure di sicurezza e le procedure operative standard per il personale umanitario e di facilitare il movimento dei bambini separati e non accompagnati”. All’Autorità Palestinese il rappresentante dell’Unicef  ha chiesto di dare “priorità agli investimenti nei servizi sociali, in particolare nell’istruzione, assicurando che i bambini vadano a scuola. Rischiamo una generazione perduta, poiché i bambini – ha sottolineato Chaiban –  non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania, hanno perso mesi di apprendimento, Anche a Gaza continuano gli attacchi devastanti contro scuole, ospedali e luoghi di sfollamento interno, con oltre 14.000 bambini uccisi secondo il Ministero della Sanità palestinese e con ospedali già sovraccarichi che stanno cedendo sotto la pressione”. Nel suo viaggio il vice direttore generale dell’Unicef ha visitato anche ospedali che ospitano bambini colpiti dagli eventi di guerra o gravemente malati e che vanno evacuati rapidamente altrimenti  “non ce la faranno. Faremo tutto il possibile, insieme ai nostri colleghi dell’OMS, per far uscire questi bambini per ricevere cure”. Chebian chiede “un cessate il fuoco per porre fine all’uccisione e alla mutilazione dei bambini e per consentire l’invio urgente di aiuti salvavita disperatamente necessari e il rilascio incondizionato degli ostaggi, in particolare dei due bambini Bibas”.
In assenza di un cessate il fuoco, “abbiamo bisogno del tipo di pause che hanno permesso il successo della campagna antipolio, ma abbiamo bisogno di un cessate il fuoco. Abbiamo bisogno di maggiore sicurezza per il nostro personale e per le nostre operazioni. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di un contatto più diretto con il Comando meridionale, di procedure operative standard concordate ai check point e di poter portare a Gaza un maggior numero di apparecchiature di telecomunicazione, compresa la portata di internet”, sottolinea chiedendo “più evacuazioni mediche per i bambini – e chi se ne prende cura – la cui vita può essere salvata solo con un trattamento medico all’estero. E abbiamo bisogno di più forniture mediche e medicinali di consumo come antibiotici per le malattie della pelle, attrezzature per le unità neonatali, siringhe e bende per le sale operatorie”.

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