Lo sport è una risorsa chiave per promuovere il benessere psicologico dei giovani. “Uno studio pubblicato su Social Science & Medicine Journal ha evidenziato che a livello mondiale circa il 13,4% degli adolescenti soffre di disturbi psicologici, con l’ansia che rappresenta il 65% dei casi e la depressione il 26%. I ricercatori invitano a introdurre interventi urgenti e su ampia scala, per supportare i ragazzi durante questa fase cruciale della loro crescita. Tra le soluzioni più efficaci, lo sport si distingue per i suoi molteplici benefici sul piano emotivo, relazionale e dell’apprendimento”, afferma Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, ordinario della Società psicoanalitica italiana.
“Nell’attività motoria controllata (con un insegnante) è coinvolta la mente, sul piano emotivo e inconscio, si parla infatti di intelligenza emotiva e di inconscio corporeo. La pratica sportiva aiuta a dare un tempo alla propria vita, attraverso l’organizzazione delle attività e supporta la coordinazione psico-motoria attraverso il ritmo, soprattutto con l’ausilio della musica. Il ripetersi regolare degli allenamenti, consolida ‘costanza dell’oggetto interno’, cioè la presenza interiorizzata delle persone amate, che danno sicurezza e forza interiore, sciolgono l’ansia e la tristezza”, spiega la psicoanalista.
Tuttavia, nonostante questi benefici, le ore di educazione fisica, fondamentali per incoraggiare uno stile di vita sano, sono ancora troppo poche. In Italia, secondo i dati del ministero dell’Istruzione (Miur), le scuole dotate di impianti sportivi sono il 40,8%. Dai dati l’Istat, il 37,5% degli italiani non pratica e non fa praticare sport ai figli per motivi anche economici.
“Dedicare 4 o 5 ore settimanali all’attività fisica, migliora significativamente l’autostima e riduce lo stress. Inoltre, c’è una correlazione diretta tra sport, sviluppo dell’intelligenza emotiva e sviluppo di emozioni positive”, afferma Lucattini. “Oltre a ciò, lo sport svolge un ruolo centrale anche nella socializzazione, soprattutto se svolto a scuola” dove “svolge la sua azione sociale ad ampio raggio, a costo zero”. Praticato in gruppo, a scuola, aiuta a strutturare il tempo, a desiderare di migliorare se stessi, mettersi alla prova, confrontarsi con i compagni e creare un rapporto positivo con gli insegnanti. “Gli insegnanti e gli istruttori – conclude Lucattini – possono avere sui loro allievi un ruolo terapeutico anche se non psicoterapeutico. Dalla pratica sportiva a scuola e dalle buone relazioni con gli insegnanti, gli adolescenti traggono sostegno, forza per superare le difficoltà, costanza nello studio, determinazione nel difendere i propri diritti, impegno nel rispettare delle regole. Imparano a trasgredire all’interno di regole condivise, senza oltrepassare i limiti consentiti, migliorando i rapporti in famiglia, con gli amici e con se stessi”.