“Dopo 43 anni è giunto il momento di concludere la lunga e complessa storia riguardo i fenomeni spirituali di Medjugorje”. Lo ha affermato mons. Petar Palic, vescovo di Mostar-Duvno – sotto la cui giurisdizione si trova Medjugorje – in un’apposita conferenza stampa all’indomani della pubblicazione della Nota “Regina della pace” del Dicastero per la dottrina della fede. “Ieri ho approvato il decreto su Medjugorje – ha aggiunto – che dà il nulla osta e promuove la diffusione di questa proposta spirituale, compresi eventuali pellegrinaggi”. Secondo il presule “in tutta questa storia, come in ogni fenomeno, è importante riconoscere ciò che è buono, positivo e ciò che può aiutare la vita dei credenti. “Spetta a tutti noi – ha detto – che veniamo a Medjugorje per ragioni diverse, ma soprattutto per ragioni pie e spirituali, edificarci nella vera fede, ispirarci alla vita di Maria, la sua umiltà, l’apertura a Dio e ai suoi progetti”. Mons. Palic ha ricordato che “i credenti non sono obbligati a credere in questo fenomeno perché Gesù Cristo è la pienezza della Rivelazione” ed ha aggiunto che “tutto ciò che Dio ha voluto rivelare lo ha fatto attraverso suo Figlio”. “Possiamo solo ipotizzare se e quando ci sarà una dichiarazione riguardo un eventuale riconoscimento delle apparizioni”, ha rilevato, aggiungendo che “si tratta di un messaggio ai credenti di dover liberarsi dalla pressione che ci venga sempre mostrato qualcosa di soprannaturale per poter vivere con sincerità la propria fede”. Il vescovo di Mostar-Duvno ha sottolineato che le apparizioni di Medjugorje vanno interpretate come “presunti messaggi” e “presunti fenomeni” e ha ripetuto le parole del card. Fernandez di ieri “che se dovessimo analizzare l’insieme e l’integrità dei presunti messaggi, non credo che prenderemmo una decisione in altri 43 anni”. Mons. Palic ha ricordato che “il fenomeno di Medjugorje continuerà ad essere monitorato nella sua totalità”.