“Voglio ringraziare i miei predecessori vescovi, mons. Pavlo Zenic e mons. Ratko Peric, che avevano il diritto e il dovere come pastori di esprimere la propria opinione e contribuire così a preservare un sano spirito e una sana devozione alla Beata Vergine Maria, preservando così la stessa parrocchia di Medjugorje da varie influenze e fenomeni negativi”. Queste le parole conclusive pronunciate da mons. Petar Palic, vescovo di Mostar-Duvno, durante la conferenza stampa svoltasi oggi. Alla domanda su che cosa rappresenti per lui personalmente Medjugorje, mons. Palic ha risposto che per la sua fede personale è un “fenomeno personale non significa molto”. Il presule ha rilevato come sia “bello pregare in comunità, vedere luoghi dove si riuniscono molte più persone, a volte le persone si lasciano trasportare dall’atmosfera”. A suo avviso però “la fede va costruita sulle basi giuste, da una parte la Sacra Scrittura, dall’altra la tradizione della Chiesa e il suo Magistero”. “Tutto il resto – ha detto – anche fenomeni soprannaturali come questo, possono aiutare la fede personale dei credenti”. Riguardo lo status di Medjugorje, il vescovo di Mostar-Duvno ha precisato che rimane quello di prima, cioè una parrocchia della diocesi di Mostar-Duvno. “In questo momento non si parla di santuario perché sono necessarie condizioni specifiche e la questione dunque, rimane aperta”, ha concluso mons. Palic.