Libano: Amnesty International, “urge un’indagine internazionale sugli attacchi mortali tramite dispositivi portatili”

“Venga avviata un’indagine internazionale affinché i responsabili delle esplosioni di massa simultanee che hanno preso di mira dispositivi elettronici in tutto il Libano e in Siria, causando oltre 2.931 feriti e almeno 37 morti, tra cui almeno quattro civili, siano chiamati a risponderne davanti alla giustizia”. È l’appello lanciato da Amnesty International ha chiesto in vista della riunione di oggi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata per discutere di questi attacchi.
“Nel caso in cui venisse accertata la responsabilità di Israele, questi attacchi si inserirebbero nel contesto di un conflitto armato già in corso”, rileva l’Ong, secondo cui “le prove indicano che coloro che hanno pianificato e compiuto gli attacchi non erano in grado di verificare chi, nelle immediate vicinanze dei dispositivi, sarebbe stato colpito al momento dell’esplosione, né se solo i combattenti avessero in dotazione i dispositivi in questione. Di conseguenza, gli attacchi sono stati perpetrati in modo indiscriminato, il che li renderebbe illegali secondo il diritto internazionale umanitario e quindi perseguibili come crimini di guerra”. “Inoltre – sottolinea Amnesty International – , questi attacchi hanno violato il diritto alla vita, tutelato dal diritto internazionale dei diritti umani, che resta in vigore anche in situazioni di conflitto armato, e probabilmente anche altri diritti umani, a seconda delle conseguenze specifiche che hanno avuto sulla popolazione libanese e sulla loro vita quotidiana”.

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